Il blog di Italians for Darfur

sabato, settembre 29, 2007

Capitan Darfur: nuova vignetta per dare "colore all'informazione"

La galleria di vignette, dedicate dai disegnatori italiani al Darfur per la campagna "Una vignetta per il Darfur - Diamo colore all'informazione" di Italian Blogs for Darfur, si colora di una nuova creazione di Leoni. Dopo il successo dell'esposizione a Roma, in occasione del primo Global Day for Darfur in Italia, il 29 Aprile scorso, ripresa on-line da Repubblica e LaStampa, una nuova mostra di vignette è in programmazione a Barletta. Chiunque volesse organizzare una mostra nelle proprie scuole o Comuni non esiti a contattarci.

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lunedì, settembre 24, 2007

The Sock's in concert

Nonostante le "avversità"tecnologiche ce l'abbiamo fatta!
Il mio intento era di quello di rompere il ghiaccio e incominciare a costruire un gruppo qui da noi, in Puglia, che possa contribuire in modo efficace alla campagna italiana per il Darfur. Di voglia ce n'è ed è tanta, me l'ha data il blog,la prima volta che l'ho visitato, Mauro quando l'ho contattato, Antonella quando l'ho incontrata a Roma e il suo reportage; soprattutto me la danno le immagini e le notizie che cerco ogni giorno. Non è possibile che mentre io sono qui a scrivere davanti al mio pc, laggiù ci sia tanta gente che soffre solo perchè è nata nel posto sbagliato.....
I ringraziamenti per la serata vanno alla mia ragazza,Valentina,che mi è vicina in ogni mia mia(anzi,nostra)iniziativa, ai The Socks che ci hanno dato la possibilità di essere in piazza sabato sera, agli amici del 'meetup' per avermi messo in contatto con la Gazzetta del Mezzogiorno, a Leo per la grande disponibilità nello spedirmi le maglie e soprattutto a Mauro per il costante supporto e per la pazienza di sabato......credo di aver citato tutti.....
A presto.
Antonio
P.s.: spero di conoscervi tutti di persona!!

Link: Capitanata

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sabato, settembre 22, 2007

Video reportage di Antonella Napoli

E' on-line il video reportage di Antonella Napoli, girato in occasione della visita al campo di El-Fasher. Il video, montato da Elena Dal Sasso, è stato presentato alla Giornata Mondiale per il Darfur, 16 settembre, a Piazza Farnese, Roma.

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giovedì, settembre 20, 2007

Mattafix: il 6 novembre a Milano, con "Living Darfur"

Andrew, blogger di DarfurNews,ci segnala un nuovo evento della Save Darfur Coalition: la tappa italiana dei Mattafix, con il loro nuovo single per il Darfur, "Living Darfur"(video).



[segue da Jugo.it] Il duo inglese formato da Marlon Roudette e Preetesh Hirji sarà in concerto ai Magazzini Generali di Milano il 6 novembre prossimo. Dopo essere balzati in vetta alle classifiche con il single ''Big City Life'', primo estratto dall'album di debutto "Signs Of A Struggle", i Mattafix presentano ora dal vivo il nuovo brano ''Living Darfur''.
Si tratta di un singolo volto a risvegliare l'attenzione del mondo sul Darfur, accompagnato da un video registrato in un campo profughi al confine tra il Ciad e il Darfur da artisti internazionali. Il progetto per il Darfur, lo ricordiamo, è stato fondato da Mick Jagger ed è supportato da molti artisti e uomini influenti, dall'Arcivescovo Anglicano Desmond Tutu a Matt Damon, da Elle MacPherson ai Black Eyed Peas.

Tutti gli artisti che partecipano al progetto che ispira ''Living Darfur'' devolveranno le royalties percepite a organizzazioni umanitarie come Oxfam, Crisis Action e Save Darfur Coalition, per supportare economicamente il progetto ma soprattutto per aumentare l'attenzione verso quello che accade in questa zona del mondo. Tornando al concerto milanese dei Mattafix (unica data italiana), segnaliamo che costo dei biglietti è di 15 euro più prevendita per il posto unico.

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martedì, settembre 18, 2007

La Comunità armena di Roma: "contro tutti gli orrori della storia, contro tutti i silenzi"

Con (colpevole) ritardo abbiamo appreso della Giornata Mondiale per il Darfur che si celebrerà domenica 16 settembre.

Il Consiglio per la Comunità armena di Roma, facendosi interprete del sentimento di tutti gli armeni, esprime la propria solidarietà ed adesione all'iniziativa.

Il dramma del Darfur ed il silenzio calato sulla morte di centinaia di migliaia di persone, ricorda tragicamente la sofferenza del popolo armeno ed il Genocidio che ebbe a subire nel 1915.

Contro tutti gli orrori della storia, contro tutti i silenzi, le ipocrisie e le complicità,
per la vittoria della vita, della tolleranza e della giustizia !

Consiglio per la Comunità armena di Roma
http://www.comunitaarmena.it

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Gli aiuti umanitari internazionali sono gestiti dal governo.

L' HAC (Humanitarian AID Commission) è l'organo governativo che gestisce gli aiuti umanitari destinati dalle ONG internazionali alla popolazione locale, soprattutto nei campi profughi. In sostanza, si interpone tra le ONG e chi ha bisogno di aiuti. Sono stati sollevate molte perplessità sulla moralità e indipendenza della commissione, tradotte spesso in vere e proprie denuncie.
Già nel 2004, Refugees International ne denunciava infatti i metodi violenti, in occasione del ricollocamento di migliaia di profughi dal campo di Kalma, ritenuto troppo grande: "There had been threats by the HAC “return commission” to sheikhs that they would relocate the population. They told the sheikhs that “anyone who attempted to stop returns would be shot.” When the sheikhs reported this to representatives of international agencies, the police arrested them for suspicion of arms dealing. "

Il 6 aprile 2006 , a Strasburgo, il Parlamento europeo approva una risoluzione comune, la RCB6-0250/2006, in cui, al punto 12, chiede espressamente che la commissione per gli aiuti umanitari del Sudan agevoli l'emissione di visti e di permessi di viaggio per gli operatori umanitari e ponga fine alle vessazioni ai danni delle ONG, e ne critica la mancanza di indipendenza dal governo del Sudan.
Molto esplicita la confessione di un operatore umanitario di "Action contre la faim", ONG francese, raccolta da Franco Moretti, inviato di Nigrizia in Darfur nel maggio 2007 : "Noi formiamo gli aiuti, ma non possiamo distribuirli. Questo compito spetta soltanto al Comitato di assistenza umanitaria, del ministero degli Affari Interni. Che non brilla certo in moralità. Calcoliamo che solo il 20% degli aiuti arrivi a chi ne ha bisogno".

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lunedì, settembre 17, 2007

Concerto per il Darfur, Margherita di Savoia (FG)

Segnalo il nuovo evento che, grazie all' impegno di Antonio da Barletta e di chi l'ha affiancato in questo progetto, accenderà la notte del 22 Settembre a "Città Giardino" Margherita di Savoia (FG).
Alle 21.00 suoneranno i "the Socks". Il concerto della giovane band sarà aperto da una introduzione su quanto sta accadendo in Darfur e verrà presentato l'appello di Italians Blogs for Darfur, campagna on-line di Italians for Darfur, che potrà essere firmato on-line in una postazione internet creata dagli amici pugliesi!
La nostra speranza è che quello di Antonio sia solo il primo esempio di tante altre nuove occasioni di partecipazione e impegno sociale promosse a livello locale dai nostri amici.

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"Italians for Darfur" ospite a Uno Mattina

E' stato bello, ma è stata dura... La giornata di ieri è andata alla grande, solo ora riesco a trovare il tempo per gioirne con voi. Rinnovo i ringraziamenti che ha provveduto Leo a inoltrare prima ed esorto chi non c'era a essere presente la prossima volta perché la nostra battaglia non si ferma. Anzi. E' adesso che bisogna imprimere un'azione ancora più incisiva. Intanto domani saremo in diretta sulla Rai, a Uno Mattina. Alle 8,40 una rappresentante di 'Italians for Darfur' sarà ospite in studio di Giovanna Rossiello, la conduttrice che cura lo spazio sulla solidarietà. Spero che abbiate la possibilità di vedere la trasmissione. Se così non fosse state certi che vi informerò su come è andata.
Un abbraccio a tutti.
Anto

Ps. Intanto vi segnalo questa notizia.

Apc-*DARFUR/ EX COMANDANTE ONU: FORZA DI PACE RISCHIA UN NUOVO RUANDA

Lettera aperta al comandante delle truppe Onu-Ua, Martin Agwai

Roma, 17 set. (Apcom) - Il Darfur potrebbe diventare un nuovoRuanda per le Nazioni Unite. E' questo il monito lanciato dalcomandante della fallimentare missione di pace Onu del 1994 inRuanda, Romeo Dallaire, al generale nigeriano Martin Agwai, cheguiderà la forza di pace ibrida Onu-Unione africana che verràdispiegata nei prossimi mesi nella regione sudanese.
In una lettera aperta, Dallaire consiglia ad Agwai di esigereuna chiara catena di comando, un forte mandato, risorseappropriate e un rapido dispiegamento degli uomini. Ma lo invitaanche a guardarsi le spalle. "Ti devi aspettare di essere traditoda coloro da cui dipendi per truppe, fondi, logistica o impegnopolitico - scrive Dellaire in una lettera aperta, riportata oggidal Guardian - ricordati che chiunque fallisca sarai tu, allafine, ad essere il più criticato per quanto non è andato per ilverso giusto".
Il primo consiglio che l'ex comandante Onu, oggi senatorecanadese, offre al generale nigeriano è quello di pretendere daivertici Onu e Ua una chiara catena di comando; quindi di fare ilpossibile per "ostacolare l'intervento di Khartoum", che cercheràdi limitare i poteri Onu in difesa dei civili. "Le intenzioni delregime di Khartoum verso una effettiva, imparziale applicazionedel mandato Unamid sono molto dubbie", scrive Dallaire. Khartoumha approvato la missione di pace soltanto nei mesi scorsi, doporipetuti rifiuti. La forza di pace sarà composta da militariafricani e arabi, a cui l'Onu garantirà sostegno logistico efinanziario. In questo senso si sono già espressi i governi diRoma e Londra.
Dallaire era al comando della missione Onu in Ruanda quandoscoppiò il genocidio, nel 1994. In meno di 100 giorni vennerouccisi oltre 800.000 tutsi e hutu moderato. L'ex comandante inviòdiverse richieste di rinforzi all'Onu per intervenire e fermare imassacri che avvenivano sotto i suoi occhi, ma il Consiglio diSicurezza respinse tutte le sue domande. L'ex comandante halasciato le forze armate canadesi nel 2000 per stresspost-traumatico, che lo ha spinto diverse volte a cercare ditogliersi la vita. Ripresosi, è oggi uno strenuo difensore deidiritti umani.
Nella regione occidentale del Sudan è in corso da oltre quattroanni un conflitto che oppone il governo alla popolazione locale,che decise di imbracciare le armi per pretendere maggioreautonomia e maggiori risorse da investire nello sviluppo delDarfur. Da allora si stima siano almeno 200.000 i morti e oltre2,5 milioni i profughi e gli sfollati.
Sim
170844 sep 07GMT

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Grande successo del Darfur Day italiano

Per una volta, diceva Neruda, lasciatemi essere felice: a nessuno è successo niente. Cito a memoria emotiva una frase che calza perfettamente le mie emozioni per il successo del Darfur Day di ieri, 16 settembre.
Manifestazione riuscitissima, testimonial d'eccezione, partecipazione dei darfuriani ma soprattutto attenzione dei media: agenzie di stampa, telegiornali, quotidiani... segnalazioni da almeno dieci diverse nazioni... la mano insaguinata che ha rappresentato la manifestazione è del grande Think Turns.
Kkarl, grazie per essere venuto in compagnia di altri blogger e grazie per la foto (che ho preso dalle tue): avrei voluto conoscervi di persona e ci sarà altra occasione; Tisbe, che dal suo profondo irpino ha parlato e fatto parlare della manifestazione.
Ringrazio anche chi non c'era ma fa parte del nostro gruppo (Stefano Giancola, Sharon Nizza, Pina Garau...) e chi spero vorrà farne parte (cominciando da Giulia Zanfino ed Elena dal Monte).
Qualcuno l'avrò dimenticato, mi scuso fin d'ora.
Grazie a tutti.

Un po' di rassegna stampa
Il Mattino
Corriere della sera (jpg)
La Repubblica (jpg)
RaiNews24
Euronews
BBC
Radio Vaticana
Ynet (in ebraico)
Articolo 21
Rassegna agenzie di stampa (pdf)

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venerdì, settembre 14, 2007

Si parla molto di Darfur

E' vero, in questi giorni in Italia la visita di Bashir al Papa e al Governo e le comunicazioni di entrambi hanno alzato molto l'interesse; anche le iniziative dei Rifugiati italiani del Darfur hanno contribuito. Ancora una bella botta arriverà domenica con il Darfur Day da Portico d'Ottavia a piazza Farnese.
E ciò nonostante lo sciopero dell'Ansa (da venerdì a martedì), che aumenta l'importanza degli altri servizi analoghi.
Comunque vedere il arfur nell'indice dei fatti più citati del giorno di ApCom, Associated Press) è davvero molto, molto bello.

E a proposito di belle cose, avete mai frequentato il blog di Piccolino Valme?.

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Darfur: il Governo italiano stanzia soldi

L'Italia stanzierà fondi per il Darfur e li inserirà nella prossima Finanziaria. Ha detto oggi Prodi che in Darfur "l'Italia farà la sua parte importante, con una partecipazione, non solo finanziaria, alla missione Onu che ci trova tra i maggiori contributori". Inoltre "l'Italia ha allo studio un fondo permanente di sostegno al processo di pace in Darfur", in aggiunta a quello delle NU, a stretto contatto con l'UE e l'UA (Unione Africana).
Le affermazioni sono state fatte dopo il colloquio con il presidente della Repubblica del Sudan, Omar Hassan El Bashir.

Il fondo italiano comprenderebbe:
a) la messa a disposizione di aerei, elicotteri e mezzi per il trasporto delle truppe;
b) il programma di addestramento del personale impiegato nelle forze di pace;
c) denaro per l'assistenza umanitaria, soprattutto per i campi profughi.
Sul Fondo c'è l'accordo politico ed entro la settimana prossima il Governo dovrebbe riuscire a quantificarne l'entità, in modo da poterlo inserire in Finanziaria.

Italians for Darfur prende atto delle dichiarazioni, straordinariamente promettenti, ed attende di leggere nella finanziaria entità, tempi e metodi dell'intervento. Spera anche che venga fatta chiarezza su quali somme possano cosiderarsi di nuovo stanziamento e quali invece siano direttamente o indirettamente da fondi già esistenti.
Auspica infine di conoscere dettagliatamente i responsabili dei singoli capitoli di spesa che verranno indicati nella prossima Finanziaria.

Si ricorda che il giorno 16 settembre anche Roma ospiterà la staffetta per il Darfur Day, partita da Oure in Ciad e supportata da Mia Farrow in qualità di ambasciatrice dell'Unicef. L'evento inzierà con la staffetta da Portico d'Ottavia (Ghetto, ore 10:45) per concludersi a piazza Farnese (Campo de' fiori, ore 11 circa): tedofori d'eccezione Daniele Nahum (Ugei), Tiziana Ferrario (Rai1), Toni Capuozzo (Canale 5), alcuni darfuriani e Monica Guerritore, testimonial dell'iniziativa.
L'organizzazione è di Italians for Darfur e Articolo21, alla quale hanno aderito anche l’Ugei, la Comunità Ebraica, l’Associazione dei Rifugiati del Darfur in Italia, Nessuno tocchi Caino, la sezione italiana di Amnesty International e Voci per la libertà.
Al termine della staffetta, piazza Farnese ospiterà eventi informativi e ricreativi sempre collegati al Darfur, con esperti, video e concerti.

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Gli "Arabi" occupano i territori abbandonati dagli "Africani" in Darfur

Mentre i ribelli continuano a denunciare un ingravescenza degli attacchi sudanesi all'avvicinarsi del nuovo negoziato per la pace in Libia il 27 Ottobre, sembra si stia affermando una nuova tendenza del conflitto in corso: arabi provenienti dal Niger e dal Ciad starebbero ripopolando le aree abbandonate dalle popolazioni "africane" del Darfur, in fuga verso i campi profughi.

Andrew Natsios, inviato speciale in Sudan degli USA ha parlato ieri a Berlino di un possibile programma del governo sudanese di "ripopolamento" del Darfur con popolazioni "arabe".

"There is evidence the Sudanese are doing a population resettlement programme where they are bringing Arabs from Niger and Chad into western Darfur, giving them land and citizenship papers so they can vote in the election" [Reuters]

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Appello dei rifugiati del Darfur in Italia a Romano Prodi

Roma, 13/9/07
Come rappresentanti dei rifugiati del Darfur in Italia ci facciamo portavoci del dolore della gente del Darfur e auspichiamo venga fissata al più presto una audizione con il Governo italiano, al pari del Presidente sudanese Al-Bashir, in visita in Italia domani 14 Settembre.
Chiederemo:
- che il Governo Italiano promuova a livello europeo e internazionale un negoziato per la pace in una località neutra, scelta di comune accordo tra tutte le parti coinvolte.;
- che venga accelerato il dispiegamento delle forze di pace e la piena applicazione della nuova risoluzione ONU, al fine di garantire un cessate il fuoco immediato;foto (c) Stefano Giancola
- che venga promossa la costituzione di una no-fly zone sul Darfur, la liberazione dei prigionieri politici e l’avvio di un programma “oil for food” delle Nazioni Unite per la ricostruzione e lo sviluppo del Darfur.

Italian refugees of Darfur ask to italian governement to receive them as they receive Al-Bashir today in Rome. Despite the silence of italian media about the visit of Al BAshir to Romano Prodi and the Pope, Italians for Darfur help refugees to spread italian citizens about the drama of Darfur.

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mercoledì, settembre 12, 2007

Abuna Vincent e i ragazzi della scuola per orfani del Darfur si preparano all'arrivo di 400 nuovi studenti

Italians For Darfur ha avuto il piacere di porre qualche domanda a Padre Vincenzo Donati, detto "Abuna Vincent", fondatore della scuola per orfani del Darfur. Proprio a settembre, il Centro Tecnico D. Bosco di El-Obeid ospiterà ulteriori 400 nuovi ragazzi, che si aggiungeranno ai 380 già presenti. Le difficoltà sono tantissime, soprattutto legate ai permessi del governo e al reperimento dei fondi per il sostentamento dei ragazzi. Nella scuola verrà insegnato loro un mestiere, come falegname, meccanico, idraulico, e al termine del corso verrà loro regalata l’attrezzatura necessaria.

1- Da quanto tempo sei in Sudan? Quanti anni hai?
Io sono un missionario dal 1950, 1950-80 in Giappone e Korea, dall’80 a oggi 27 anni in Africa, di cui 12 in Kenia e 15 in Sudan.
2- Il Paese è appena uscito da una guerra che lo ha visto diviso tra mussulmani e cattolici/animisti, tra Nord e Sud. Come è stata accolta dalle autorità locali la tua decisione di aiutare gli orfani del Darfur, che a quanto mi risulta da alcune testimonianze dei rifugiati, vengono spesso "arabizzati" dal governo, privati della loro cultura "africana", seppure ugualmente mussulmani?
Il Governo ci ricerca perché in questo primo stadio di industrializzazione ha bisogno di scuole tecniche per preparare gli operai. Arabizzazione va di pari passo con l’islamizzazione. Ambedue assolutamente irrinunciabili dall’Islamismo.
3- Ci sono state, e quali, difficoltà e dubbi tra la gente dei villaggi nell'affidarvi i bambini del Darfur? Quali impegni avete dovuto assumere con i capi tribù per acquistare la loro fiducia e con il governo sudanese?
Nel Darfur non c’è nessuna difficoltà per far venire i ragazzi qui da noi. Il contrario è vero.Lo scorso anno c’erano 4000 ragazzi in lista. I capi tribù sono strettamente uniti a noi e cooperativi. Vorrebbero solo che prendessimo più ragazzi.
4- I ragazzi imparano solo un lavoro o ricevono anche un' istruzione di base? Se si, in quali materie? Se non sbaglio, nella scuola lavorano anche mussulmani. La vostra è quindi solo una scuola tecnica, o è previsto anche l' insegnamento cattolico o coranico?
L’istruzione impartita qui è solo tecnica. Con poche eccezioni i ragazzi sanno leggere e scrivere. Il 95% dei ragazzi che vengono da noi sono mussulmani. Non abbiamo ragazze. Soltanto abbiamo tre classi di bambini e bambine dei dintorni che data la loro povertà non possono andare ascuola. Noi insegnamo a loro a leggere e scrivere. Una volta alla settimana c’è un’ora di religione: Corano per i mussulmani, Bibbia per i Cristiani.
5- Quanti trovano un lavoro? Continuate a seguire i ragazzi che escono dalla vostra scuola per vederne gli sviluppi, quando possibile?
Finora il 50% dei ragazzi ha trovato un lavoro, ma per trovarlo devono andare nella capitale o nei grossi centri.
Avrei ancora tante cose da dirvi. Finora è stato difficile seguire i ragazzi dopo il corso. Abbiamo un progetto di seguirli d’ora innanzi con i telefonini. Speriamo. Vi ringrazio del vostro interessamento. Abbiamo altri progetti in pentola per il ragazzi del Darfur. Vediamo. Sognare. Mettercela tutta. Realizzare. Pregare. Sono un vecchio di 80 anni, sono il vostro piccolo missionario di D. Bosco.

D. Vincenzo

Per sostenere la scuola tecnica per orfani del Darfur, contattateci per maggiori informazioni o donate tramite bonifico alla Fondazione Don Bosco, specificando il progetto nella causale:
BONIFICO BANCARIO Banca Intesa, Filiale Roma 12 CIN P ABI 03069 CAB 05064 - conto N. 3263199 Dall'estero (Europa) aggiungere: IBAN IT20 P030 6905 0640 0000 3263 199.

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Bashir in Rome on Eve of Darfur Day

Pubblichiamo questo articolo apparso sul blog della Reuters. Un altro post in italiano sullo stesso argomento è online su Il Velino.

11 Sep 2007 - Blogged by Andrew Stroehlein

Dello stesso autore, in italiano con link alla versione inglese, Un piano per il Darfur

16 September has been set as the Global Day for Darfur, and while in many countries, this news may sadly pass without much notice outside the campaigning community, in Italy, it seems it might break out of the activist ghetto thanks to a special guest the Italian government has invited for a chat this week. President Omar al Bashir of Sudan, fresh from nominating an indicted war criminal as co-chair of a human rights panel, will meet with President Giorgio Napolitano, Prime Minister Romano Prodi, and Foreign Minister Massimo D'Alema on 14 September after an audience with the Pope.

It's not exactly clear why the Italian Government has chosen to meet with Bashir, especially as they must be wary of international criticism in the run-up to the UN General Assembly later this month. By some accounts I've heard, they intend to deliver a strong message to Bashir about committing to a unilateral cease-fire in Darfur and about getting the CPA back on track. But if they wanted to be seen as helpful by those in the Italian public engaged in Darfur activism, the meeting is an own goal, both in Italy and beyond.

The very idea of their government meeting with the Sudanese President has angered many in Italy and thus, ironically, breathed some new life into Darfur campaigners in the country. There are all sorts of events brewing for the end of this week. Activists are organising a high-profile delegation of advocates and Darfur survivors with the intention to meet the Pope and the three top Italian officials to mirror the meetings with Bashir. A number of prominent individuals are preparing open letters: one from a European institution criticising the meeting, and one from Catholic leaders urging the Pope to make human rights abuses in Darfur the top item for his discussion.

The activist group "Italians for Darfur" is holding a press conference on 13 September, and there will be a demonstration in front of Palazzo Chigi (the Prime Minister's office), as Bashir arrives at 1500h on 14 September. Turnout may not be enormous, but with all the extra media attention the Government has just handed campaigners on this issue, Global Day for Darfur in Italy will certainly be bigger than it would have been otherwise.

Interestingly, neither the ministries nor the presidency have announced these meetings in their public on-line calendars.

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venerdì, settembre 07, 2007

Giornata mondiale per il Darfur

Immagina. Anche se non sarà mai come averlo vissuto.

Immagina.
Nel deserto, la notte, ti svegliano: attaccano il tuo villaggio. Lì hai lasciato i tuoi figli, tua moglie, la tua storia. Bruciano la tua casa. Stuprano tua moglie. Armano tuo figlio. Cancellano la tua storia.

Sparano.
Non bastano le urla terrorizzate dei bambini, l’odore acre di feci e urine liberate dalla paura e del sangue che impasta la terra, il rumore – tanto rumore- di passi, spari, crolli, legna e carne che brucia, niente ferma la mano dei boia.

Corri.
Ti rendi subito conto –forse è solo istinto – che le parole hanno un senso solo se ascoltate.
Allora imbracci il bastone, come fosse un fucile. Corri, con la speranza di poter ancora salvare tua moglie, tuo figlio, non importa la storia. E preghi.
Ma sei lontano, stringi il tuo bastone.
I janjaweed corrono già verso un altro villaggio.


Saremo a Roma, il 16 Settembre in Piazza Farnese, per dire "fermiamo il sangue in Darfur"!
ore 10: Al Portico D'Ottavia (Ghetto), marcia dei rifugiati con la torcia olimpica. Presenti Monica Guerritore, Toni Capuozzo, Tiziana Ferrario;
ore11: mostra fotografica e proiezione video reportage dal Darfur, interventi di associazioni, ospite Presidente Commissione Esteri della Camera U. Ranieri
0re 13: concerto dei Marcosbanda (jazz funk rock), vincitori premio "Voci per la Libertà" 2007

All’iniziativa, promossa da Italians for Darfur, hanno aderito il Comune di Roma, l’associazione Articolo21, la sezione italiana di Amnesty International, Nessuno tocchi Caino, la Comunità Ebraica, l’Ugei e l’associazione “Voci per la libertà”.

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Darfur: Ranieri, bene ripresa colloqui se ne parli a Roma

(AGI) - Roma, 6 set. - “La notizia della ripresa dei colloqui fra il governo sudanese e le fazioni ribelli del Darfur il 27 ottobre in Libia, rappresentano un passo avanti importante nel percorso verso la pacificazione in questa martoriata regione del Sudan”. Lo afferma il presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri.

“Mi auguro che questa nuova trattativa - prosegue Ranieri - sia il preludio a un accordo che porti al disarmo delle milizie janjaweed, che da oltre quattro anni stanno seminando terrore e morte in Darfur. La comunita’ internazionale sta finalmente reagendo e si sta impegnando affinche’ si giunga alla fine del conflitto”.
“Auspico che di tali argomenti - conclude il presidente della Commissione Esteri - si parli negli incontri istituzionali che il presidente Al Bashir terra’ a Roma [14 settembre, ndr]. E’ importante che anche nel nostro Paese sia posta in primo piano la questione dei diritti umani in Darfur”.

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AFRICA face to face, fotomostra a Latina


Venerdì 7 settembre, alle ore 18:30, presso la libreria "Piermario & Co" in Via Armellini 26 a Latina, l'Associazione ART&CO inaugura la mostra fotografica di Stefano Giancola intitolata "AFRICA face to face" che sarà possibile visitare fino al 27 settembre.

"L'incontro con un continente", scrive l'autore, "attraverso i volti di un'umanità dolente e gioiosa, affamata ma piena di dignità, ferita eppure incredibilmente viva. Più vicino al cuore di qualcosa che ci guarda, che ci parla fino a raggiungere il silenzio delle nostre coscienze. Un qualcosa che sa del senso profondo della vita."
Un po' osservatore disincantato del mondo, un po' reporter, Stefano Giancola ha fatto del viaggio una condizione di vita, un'estensione mentale - prima ancora che fisica - della propria esistenza. Fisico, ma anche autore di romanzi, raccolte di poesie ed articoli giornalistici, è stato testimone diretto di emergenze umanitarie e problematiche geopolitiche. Ciad, Darfur Sudanese, Eritrea, e Zimbabwe sono solo alcuni dei luoghi geografici di una realtà - l'Africa - che Giancola ha percorso in lungo e in largo registrandone sussulti, attese e drammatici epiloghi. La reflex e la biro che sempre l'accompagnano in questo suo andare hanno fermato emozioni e intuizioni di questo continente duro ed ineffabile: un continente senza compromessi, che pure fa del compromesso con la vita la sua giornaliera sopravvivenza.
Così, con semplicità quasi africana, dalle foto di Giancola, più che gli echi della sofferenza e dell'ineluttabilità, emerge, quasi in una vicinanza inaspettata di sensazioni, l'incoercibile speranza per un domani difficile, a volte imperscrutabile, ma sempre comunque degno di essere vissuto.

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giovedì, settembre 06, 2007

Sospetto criminale di guerra nominato co-presidente della Commissione diritti umani in Darfur



New York, 6 settembre 2007 - Alcune fonti indicano che Ahmed Haroun potrebbe essere nominato co-presidente del comitato che dovrà stabilire se le proteste per le violazioni dei diritti umani in Darfur siano motivate.
Il 27 aprile di quest'anno la Corte Internazionale per i Crimini ha emesso un mandato d'arresto per Haroun sotto l'accusa di crimini di guerra e contro l'umanità.
La Human Rights Watch identifica costui, precedentemente Ministro degli Interni, come tra i principali responsabili delle atrocità commesse in Darfur durante l'ascesa del conflitto, avvenuta nel 2003-2004.
"Che ciò succeda durante la visita in Sudan di Ban Ki-Moon è un incredibile affronto", ha detto Richard Dicker, direttore del programma di giustizia presso la Human Rights Watch. "E' un insulto alle vittime darfuriane che hanno recalamto nella vana speranza che il governo le prendesse sul serio".

Per maggior informazioni su Ahmed Haroun consultare il report (in inglese, datato dicembre 2005) "Entrenching Impunity: Government Responsibility for International Crimes in Darfur".
Human Rights Watch è la maggiore organizzazione sui diritti umani di stanza negli Stati Uniti.

Sulla visita in Sudan del Segretario generale delle NU leggete anche la notizia ANSA Darfur: Ban Ki Moon, urgono progressi, del 5 settembre.

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mercoledì, settembre 05, 2007

Il presidente al Bashir ricevuto nel nostro paese

E' da non crederci, ma il presidente del Sudan, Omar al Bashir, sarà ricevuto dalle massime cariche del nostro Paese e dal Papa. Non sappiamo quale sia il motivo della visita, ma in un comunicato che abbiamo diffuso alla stampa e che vi posto chiediamo che si ponga al centro dei colloqui la questione dei diritti umanitari in Darfur. Intanto proseguiamo nell'organizzazione della giornata del 16 settembre. Vi terremo aggiornati.
Anto


Sudan, al Bashir in Italia: si parli del conflitto in Darfur

“Apprendiamo da fonti di agenzia che il 14 settembre sarà in Italia il presidente del Sudan Omar al-Bashir”.
Si legge in una nota diffusa dal movimento per i diritti umani “Italians for Darfur”, promotore del Global day per il Darfur in Italia.
“Se come sembra – continua il comunicato – la visita si inserisce nel quadro del maggiore impegno italiano nei confronti del continente africano e della regione subsahariana, ci auguriamo che
durante gli incontri istituzionali previsti con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oltre che con il presidente del Consiglio Romano Prodi e con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e con il Papa, in udienza già fissata da tempo in Vaticano, si ponga in primo piano la questione dei diritti umani in Darfur”.
“Auspichiamo che le nostre istituzioni - prosegue la nota – sollecitino il presidente al-Bashir a mantenere l’impegno, assunto con il segretario generale Ban Ki-moon, ad agevolare e garantire l'assistenza logistica per la creazione della forza di pace ibrida Onu-Ua di 26 mila peacekeeper”.
“Il prossimo 16 settembre in tutto il mondo, e anche a Roma, sarà celebrata la quarta giornata per il Darfur per ricordare che, secondo stime Onu, il conflitto in questa regione del Sudan, ha causato 200mila morti e due milioni e mezzo di sfollati”.

Roma, 5 settembre 2007

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domenica, settembre 02, 2007

La storia di Suliman Ahmed Hamed

Riproduciamo questo testo con il permesso de L'Opinione (L.S.)



Edizione 183 del 29-08-2007
Intervista a Suliman / Io, sopravvissuto alle bombe sudanesi
Il “Day for Darfur” è stato organizzato dalla European Union of Jewish Students

di Stefano Magni

Suliman è arrivato in Italia come tanti altri immigrati: il 31 maggio del 2003, a Lampedusa, via mare, partendo dalla Libia. Trasferitosi a Roma, nel luglio del 2004 ha ottenuto lo status di rifugiato politico. La sua non è la storia di un africano in cerca di lavoro e di fortuna in Europa. Viene dal Darfur settentrionale ed è fuggito con grandi difficoltà dal massacro commesso dalle milizie dei Janjaweed contro la popolazione locale. Lo abbiamo intervistato in occasione del “Day for Darfur”, evento che si è tenuto ieri, nei pressi di Roma, organizzato dalla European Union for Jewish Students (un’organizzazione-ombrello che raccoglie gli studenti ebrei di 34 Paesi) e per l’Italia dall’UGEI, Unione dei Giovani Ebrei Italiani. L’interesse per il Darfur da parte della gioventù ebraica europea è storica: “Più di 450 studenti e giovani da 40 Paesi europei si batteranno a favore del Darfur” - si legge nel comunicato stampa dell’EUJS - “all’ombra della loro stessa storia e della tragedia della II Guerra Mondiale, dichiarando ancora, a voce alta: ‘Mai più’”.

Il Darfur è terra vittima di un genocidio che tuttora viene negato ufficialmente dalle Nazioni Unite (che si limitano a parlare di “crimini di guerra”). Il regime sudanese di Khartoum, dal canto suo, nega ogni responsabilità, attribuendo tutte le colpe ai popoli nomadi arabi locali che costituiscono le milizie Janjaweed, artefici materiali dello sterminio. Anzi, il regime sudanese ha accettato la Risoluzione 1769 che prevede il dispiegamento di una forza di pace mista dell’Onu e dell’Unione Africana (UA) e ora si presenta come un governo legittimo pronto a cooperare per far tornare la pace nella regione martoriata. Suliman, che ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza del genocidio, la vede diversamente: “Io sono scappato dal mio villaggio il 7 maggio del 2003, quando le nostre case sono state bombardate. Mia figlia, di quattordici anni, è morta sotto quel bombardamento” - ci spiega, raccontandoci l’inizio della sua odissea.

Come è riuscito a fuggire?
Siamo scappati con quello che avevamo: con i nostri cammelli. Da lì ci siamo diretti nel deserto in cerca di aiuto, verso la Libia. Dopo una settimana di viaggio abbiamo finito l’acqua. Per fortuna che abbiamo incrociato un camion diretto alla Libia e ci ha dato un passaggio. Siamo arrivati prima all’Oasi di Kufra, poi da lì ci siamo trasferiti in una zona agricola nei pressi di Tripoli. Girava la voce che un gruppo organizzava la traversata del Mediterraneo per l’Italia, in barca, a pagamento. Il prezzo era di 1000 dollari.

In Libia è stato accolto come un rifugiato?
No, in Libia non è possibile essere accolti come rifugiati politici. Se la polizia viene a sapere che stai fuggendo dal Sudan ti rimanda a Khartoum, dove, come minimo, finisci in carcere. In Libia puoi fermarti solo se vai come lavoratore, non come rifugiato politico.

Ora la Libia è alla guida dell’Unione Africana e un contingente della stessa UA farà da forza di interposizione nel Darfur. Cosa ne pensa?
Penso che un contingente dei Paesi africani nel Darfur non cambierà niente e non potrà nemmeno agire. Che differenza c’è fra la dittatura di Khartoum e le altre dittature africane? Io non riesco a fare molti distinguo. I dittatori africani avrebbero paura di apparire come quelli che aiutano un movimento anti-regime, come quello che combatte in Darfur contro Khartoum, perché temerebbero di subire rivolte all’interno dei loro Stati. Vedo meglio l’intervento di contingenti provenienti da Paesi europei democratici: quelli sì possono fare qualcosa.

Il Sudan ha accettato la presenza di una forza di peacekeeping. I regolari sudanesi potrebbero collaborare con i Caschi Blu?
Parlare di “collaborazione” è una strategia di Khartoum da quando l’Onu ha deciso di intervenire nel Darfur. Da quando è stata adottata questa politica, la televisione sudanese trasmette le immagini di forze di polizia schierate nella regione a protezione dei civili, ma è propaganda. In realtà, da quando ha deciso di cambiare strategia, il regime di Khartoum ha trasformato i miliziani Janjaweed in poliziotti. Ma è difficile pensare che questi “poliziotti” collaborino per proteggere i civili del Darfur.

Il governo sudanese nega ogni responsabilità per quanto sta accadendo nel Darfur, dando la colpa interamente alle milizie Janjaweed...
Gli aerei che ci hanno bombardato erano sudanesi, delle forze armate regolari sudanesi. I Janjaweed sono in prossimità dei villaggi che vengono bombardati e sono pronti ad attaccare e devastare quello che è rimasto, a bruciare le case, a rapire le donne a rubare tutto il bestiame. Ma i Janjaweed non potrebbero fare nulla senza l’appoggio dell’esercito regolare. Se combattono da soli, hanno paura delle milizie del Darfur.

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sabato, settembre 01, 2007

Aprile 2006: il governo sudanese affida Port Sudan a un'azienda italiana

E' stato firmato nell' Aprile del 2006, a Roma, il contratto che affida all'italiana APS Engineering la gestione e la supervisione tecnica del progetto di una raffineria a Port Sudan, sviluppato insieme al Governo del Sudan, accusato a più riprese di bombardare i villaggi in Darfur, e alla compagnia petrolifera Petronas. (Qui la notizia in originale riportata dal Sudan Tribune).
Già nel 2005 la APS aveva completato la realizzazione un prima progetto, poi esteso nel 2006 e 2007 per la costruzione di un complesso industriale di lavorazione del petrolio a Port Sudan. Si presume che l'intero complesso, oggi ancora in espanzione, sarà pienamente funzionale nel 2009.
Il rischio, plausibile ma al momento non verificabile, è che non siano stati intrapresi gli opportuni accertamenti che escludano, dal rapporto tra l'azienda e il governo, un finanziamento indiretto delle operazioni militari in Darfur e che il lavoro intrapreso non apporti benefici sostanziali alla popolazione dell'area.

Da un rapporto sul primo semestre 2006 dell'Istituo Nazionale per il commercio estero italiano, apprendiamo quanto segue:
"Il ruolo che il Contratto assegna ad APS può consentire all'APS stessa di orientare gli acquisti di apparecchiature e materiali verso il mercato Italiano offrendo cosi' significative opportunità ai produttori italiani, che occorrerebbe valorizzare appieno. Globalmente si prevedono acquisti per oltre un miliardo di USD. I relativi ordinativi sono-previsti essere assegnati entro i prossimi mesi. Riguardo a quanto precede, vai la pena di rammentare che il Progetto relativo a 6 stazioni di pompaggio di olio grezzo eseguito da APS e completato nel 2005 ha consentito di assegnare all'industria italiana ordinativi per oltre 60 Milioni di USD. Per inciso, queste stazioni di pompaggio hanno consentito nel 2005 l'esportazione di 220.000,00 barili di grezzo al giorno e questa capacita’ sarà portata a breve a 350.000 barili al giorno.
A marzo 2006 sempre l’APS si e’ aggiudicata un’altra importante gara dell’ammontare di 72 milioni di dollari relativa alla progettazione di una nuova raffineria che sara’ costruita a Port Sudan. La gara per l'aggiudicazione della costruzione materiale sarà pubblicata a dicembre 2006. L’aggiudicazione avverrà entro giugno 2007: tra le societa’ favorite figurano la Snam-Progetti/saipen (ENI)*, Technip Italy e JGC (Giapponese). Il Valore complessivo è di circa 2 miliardi di Dollari."

*aggiornamento 2007: la SNAM PROGETTI non ha partecipato alla gara.

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