Il blog di Italians for Darfur

giovedì, dicembre 27, 2007

Niente cenone di Capodanno per i bambini del Darfur


(foto del New York Times)

Il nuovo rapporto dell' ONU non lascia spazio alle speranze, neanche in questi giorni di feste e celebrazioni: il 16,1% di bambini del Darfur sono malnutriti, contro il 12,9 % dell'anno scorso. Tra i 6 e i 29 mesi di età e nel Nord Darfur, i casi peggiori di malnutrizione. Il dossier ha confrontato i dati provienienti dai campi profughi, dove sono costretti a vivere oltre due milioni di persone, e dalle aree colpite dalla guerra.
In Darfur operano oltre 80 ONG e tredicimila operatori umanitari ma, nonostante il loro impegno e le enormi risorse finanziare messe in campo, le condizioni igieniche, la distribuzione dei viveri e le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare, e si moltiplicano gli attacchi agli operatori umanitari, aumentati del 150%.
Mentre a Karthoum sfrecciano i SUV ei fuoristrada, i campi allestiti in Darfur si riempiono all'inverosimile di madri depresse e di bambini esangui.
Madri a cui è rimasta solo la forza di piangere la scomparsa dei loro figli.

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lunedì, dicembre 24, 2007

Italians for Darfur in "four nights with art"

Più informazione sul massacro in Darfur!
E' chiaro il messaggio lanciato dai presenti nella serata organizzata nell'ambito di
"four nights with art" da Plaza de Mayo e Italians for Darfur Puglia.
Durante l'evento è stata presentata la mostra di vignette denominata "una vignetta per il Darfur,diamo colore all'informazione"con le tavole disegnate da numerosi vignettisti italiani tra cui Staino,Mauro Biani,Piero Tonin,Vincino e tanti altri,e il reportage di Italians for Darfur girato da Antonella Napoli "Andata e ritorno dall'inferno del Darfur".
Sono stati anche raccolti fondi grazie all'impegno delle ragazze di Plaza de Mayo,che hanno proposto una riffa,e hanno devoluto 3 euro per ogni ingresso alla scuola in Darfur di Padre Vincenzo Donati.


Da sottolineare gli interventi di Rocco Dileo per parlare della risoluzione approvata dal Consiglio Comunale di Barletta e sottolineare come in Italia non si dia assolutamente peso alla tragedia che sta colpendo il Darfur da ormai oltre quattro anni,se non grazie all'impegno di pochi volontari,e Sulliman Ahmed come rappresentante dei rifugiati del Darfur in Italia.

Proprio da Sulliman arriva una concreta testimonianza del dramma che si vive nella tormentata regione,raccontando dei bombardamenti che ha subito il proprio villaggio e alla fuga che lo ha visto,come tanti altri disperati,attraversare il deserto a piedi e senza acqua per giorni,nella speranza di trovare un camion che lo portasse in Libia per poi attraversare il Mediterraneo.
Sulliman l'ha trovato,tanti altri no,e sono morti del deserto,vittime anche loro di una guerra di cui non fanno parte e che li vede perseguitati perchè colpevoli di essere africani.

Il mio personale ringraziamento va a chi ha reso possibile la serata,che mi ha dato la possibilità di ascoltare e parlare con Sulliman,che secondo me è la faccia di un popolo che è costretto a subire sofferenze immani e che ha veramente bisogno di maggiore attenzione,aiuto e impegno da parte di tutti.

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venerdì, dicembre 21, 2007

Italians for Darfur

Parte dalle università la campagna per il disinvestimento

Carissimi, siamo riusciti con grande fatica a realizzare a dicembre un'iniziativa per il Darfur nel mese in cui l'Italia ha assunto la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Attraverso il lancio della campagna per il disinvestimento in Sudan abbiamo sollecitato il nostro governo a fare di più per sbloccare l'invio della missione di peacekeeping in Darfur. Alcuni organi di informazione hanno ripreso la notizia. Vi segnalo alcuni link e posto l'agenzia Ansa che è uscita ieri e che ha diffuso anche un nostro comunicato.
Un caro saluto a tutti e buone feste.
Antonella


SUDAN: 'ITALIANS FOR DARFUR' LANCIA CAMPAGNA DI DISINVESTIMENTO

(ANSA) - ROMA, 20 DIC - E' partita stamane anche in Italia la campagna di disinvestimento in Sudan promossa dal movimento per i diritti umani 'Italians for Darfur' e dalle ong internazionali 'Save Darfur' e 'Aegis Trust'.
La campagna, hanno spiegato i promotori, e' mirata a ''dirottare gli investimenti delle aziende italiane in Sudan, il cui governo si e' macchiato di gravi crimini contro l'umanita', verso altri paesi costringendo cosi' le istituzioni sudanesi a porre fine allo sterminio in Darfur''.
L'iniziativa, che ha visto coinvolte molte universita' italiane tra cui 'La Sapienza' e 'Tor Vergata' di Roma, la 'Federico II' e l' 'Orientale' di Napoli e l'Universita' di Salerno, e' stata l'occasione per alcuni studenti e militanti delle associazioni di distribuire volantini e materiale informativo sulla crisi in atto in Darfur, e di indossare per l'occasione magliette con lo slogan ''Stop for blood in Darfur''.
Con questa campagna si promuove il ''consumo responsabile'' - come si legge in un comunicato di 'Italians for Darfur' - che si sta diffondendo in tutto il mondo industrializzato. ''Con le informazioni che forniamo ai cittadini, cerchiamo di stimolare il senso critico comune alimentato dalla libera circolazione di notizie spesso criptiche, applicato alla scelta dei fondi azionari, dei prodotti e dei servizi sul mercato'' ''Il consumatore critico a cui ci rivolgiamo - prosegue il comunicato - dovrebbe porsi domande sulle conseguenze della produzione e del commercio dei prodotti e dei servizi delle singole grandi aziende, nazionali e multinazionali che operano in collaborazione con il Sudan o che svolgono le loro attivita' nel paese'', hanno proseguito.
Cio' che 'Italians for Darfur' intende sottolineare e' che con la disinformazione si corre il rischio di ''rendersi complici del massacro in atto in Darfur''. Per questo, hanno aggiunto, ''cerchiamo di far comprendere che scegliendo determinati investimenti si rischia di finanziare inconsapevolmente le milizie janjaweed che uccidono popolazioni di interi villaggi in Darfur da oltre quattro anni. Gia' 400.000 civili sono morti e piu' di due milioni sono i rifugiati nei campi profughi''.

I04
20-DIC-07 17:49 NNNN

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venerdì, dicembre 14, 2007

ROMA: NEGATA L' AUTORIZZAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE PER IL DARFUR

(ANSA) - ROMA, 14 DIC - Le associazioni e i movimenti che avevano chiesto di potere effettuare un sit-in davanti a Palazzo Chigi per sollecitare l'impegno del governo in favore delle popolazioni del Darfur con un comunicato congiunto hanno protestato contro la mancata autorizzazione alla manifestazione. Nel comunicato, l'Associazione dei rifugiati del Darfur in Italia, il movimento per i diritti umani ''Italians for Darfur'' e l'Unione dei giovani ebrei italiani affermano che non e' stata autorizzata la manifestazione con cui volevano chiedere al governo italiano ''che a dicembre ha assunto la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, un impegno concreto per sbloccare l'empasse che impedisce il dispiegamento della forza di pace di 26mila Caschi blu in Darfur''.
''E' stata infatti negata - si legge nel comunicato - l'autorizzazione al sit-in previsto davanti Palazzo Chigi per avanzare all'esecutivo la richiesta di un intervento nei confronti del governo sudanese, responsabile dei rallentamenti che hanno impedito finora il dispiegamento della forza di pace autorizzata dalla risoluzione dell'Onu del 1 agosto 2007 e che entro la fine di questo mese avrebbe dovuto essere operativa''. ''Nonostante ci venga impedito - sottolinea il comitato promotore delle iniziative per il Darfur - di avanzare pacificamente e democraticamente le nostre richieste al governo attraverso una manifestazione, non recediamo dal nostro intendimento di sollecitare le istituzioni a fare di piu' per impedire che nella regione del Sudan, martoriata da oltre quattro anni, continui il massacro di vittime innocenti''. ''A tal fine - conclude il comunicato - rivolgiamo un appello al presidente del Consiglio Romano Prodi, che ringraziamo per l'impegno economico annunciato a Lisbona per il Darfur e il Corno d'Africa, ad assumere un'iniziativa forte nei confronti del governo sudanese affinche' interrompa l'ostruzionismo che di fatto impedisce il dispiegamento della forza di peacekeeping''.
(ANSA).MIU 14-DIC-07 12:13 NNNN
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Ringraziamo Marco che ci ha fornito la traduzione in Inglese del nostro comunicato.

The Association of Darfur Refugees in Italy, the human rights movement "Italians for Darfur" and the Union of Young Italian Jews will not be able to demonstrate to ask the Italian government, that at December took over the presidency of the United Nations Security Council, for a real commitment to unblock the impasse that prevents the deployment of a UN peace force of 26,000 troops in Darfur.
Authorization has been refused for a sit-in in front of the Italian Parliament to promote the request for intervention with regards to the Sudanese government responsible for the slowdown that has prevented the deployment of the peace force authorized by the UN resolution of August 1st that should have been operative by the end of this month.
The committee for Darfur initiatives underlined "Despite our being prevented from promoting peacefully and democratically our requests to the government with a demonstration, we will not stop in our intention to urge the institutions to do more to prevent, in that region of Sudan, tormented for over four years, the continual massacre of innocent victims".
"To this end," the note concludes, "we direct an appeal to the Prime Minister, Romano Prodi, who we thank for the economic commitment announced at Lisbon for Darfur and the Horn of Africa, to assume a strong stance towards the Sudanese government until it interrupts the obstructionism that is preventing the deployment of the peace-keeping force".

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Un ringraziamento speciale a Marinella Barigazzi (http://www.marinellabarigazzi.com), autrice e traduttrice di libri per l'infanzia, che con il supporto di suo marito John Mason (inglese) ha tradotto il documento per noi.
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FOTOUP rilancia "Io bloggo per il Darfur": un invito a tutti i fotografi italiani

FotoUp, la rivista telematica del MAM Network, rilancia l'invito di Italians for Darfur ai fotografi, professionisti e appassionati, a questo indirizzo.
On-line, da lunedì, anche sul numero 6 di Witness Journal, il magazine online di reportage fotografici.
MAM network è una realtà che si occupa di informazione e comunicazione sotto diversi punti di vista. Grazie alle esperienze e professionalità dei suoi fondatori la società si occupa infatti di creazione di contenuti, progetti editoriali, marketing e comunicazione d'impresa.

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giovedì, dicembre 13, 2007

Concerto di Natale: SMS al 48585, la Fondazione Don Bosco raccoglie fondi per il Darfur.





48585
: è il numero di telefono da ricordare. Dal 22 al 26 dicembre, ogni SMS inviato al Numero Unico Solidale 48585 della Fondazione Don Bosco nel Mondo permetterà, infatti, di devolvere un euro (o 2 euro chiamando lo stesso numero da telefono fisso Telecom Italia) ai progetti salesiani in Sudan, in particolare alla scuola per orfani del Darfur. Fondatore della scuola è Padre Vincenzo Donati, il missionario salesiano che Italians for Darfur ha deciso di sostenere in occasione dell'arrivo a settembre di 400 nuovi ragazzi. Quest'anno anche la Fondazione Don Bosco nel Mondo e Prime Time promotions hanno deciso di sostenere con forza il progetto di Don Vincenzo Donati, aprendo una ricca sezione on-line sul Darfur, PRODARFUR, e destinando tutto il ricavato del tradizionale Concerto di Natale, che si è tenuto a Verona il 9 dicembre e che sarà trasmesso su RAI 2 la sera del 24 dicembre alle 21, ai progetti di educazione e accoglienza dei ragazzi del Darfur.
Tra gli ospiti dell' Arena di Verona citiamo Michael Bolton, Niccolò Fabi, Anguun, Ornella Vanoni, Pino Daniele.

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mercoledì, dicembre 12, 2007

L'O.N.U. nomina quattro esperti per vigilare sulla situazione in Darfur,ma le violenze continuano.

Nei scorsi giorni il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha nominato quattro esperti provenienti da diverse parti del mondo per monitorare la situazione in Darfur,soprattutto riguardo l'embargo di armi,il divieto di viaggio e il congelamento dei beni.
Il gruppo di esperti,istituito con risoluzione O.N.U.nel 2005,controllerà gli spostamenti degli individui che potrebbero violare i diritti umani nella regione,ostacolano il processo di pace o violano il diritto internazionale.
Importante sarà il loro apporto per bloccare il traffico di armi,soprattutto verso le milizie filo-governative,tra cui i Janjaweed.
Intanto le violenze in Darfur continuano: tocca al nord del Darfur stavolta,ma il copione è sempre lo stesso: aerei dell'esercito sudanese bombardano i villaggi,dopodichè entrano in scena i Janjaweed; ammazzano gli uomini,rapiscono i bambini e violentano e scherniscono le donne,saccheggiando e depredando tutto ciò che è possibile.

E’ triste,ma tutto ciò accade mentre il presidente del Sudan,Omar al-Bashir,promette di non ostacolare la missione dei caschi blu in Darfur,che finora conta solo 9.000 uomini dei 26.000 previsti. E il ripetersi del triste copione continua……

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domenica, dicembre 09, 2007

Roma, 10-11 Dicembre: Fighting for Democracy in the Islamic World

La conferenza internazionale Fighting for Democracy in the Islamic World è la continuazione della conferenza di Praga “Democracy & Security” promossa lo scorso giugno dal Prague Security Studies Institute, dall’Adelson Institute-Shalem Center e dalla FAES Foundation for Social Research and Analysis.
A Roma come a Praga i protagonisti saranno dissidenti, intellettuali e politici perseguitati nei loro paesi, in prima linea nella battaglia per i diritti umani, per libertà e per la democrazia.

La conferenza è promossa dalle fondazioni Magna Carta, Farefuturo e Craxi, dall’Associazione Appuntamento a Gerusalemme e dall’Adelson Institute-Shalem Center.

La conferenza metterà a confronto i dissidenti con i leader europei per cercare insieme risposte coraggiose e concrete che questa fase storica richiede. Parteciperà. tra gli altri, Mudawi Ibrahim Adam, fondatore e Presidente dell'Organizzazione per lo Sviluppo Sociale nel Sudan (OSSS). Sotto la sua guida, la OSSS è diventata la più grande organizzazione non governativa sudanese, implementando progetti riguardanti la sanità, l'acqua potabile, il supporto all'educazione, così come progetti riguardanti la salute pubblica e l'alimentazione. Il Dottor Mudawi ha passato sette mesi in prigione nel 2004 e è stato nuovamente arrestato nel gennaio del 2005 per aver reso noto al pubblico il ruolo del governo sudanese nella violazione di massa dei diritti umani avvenuta in Darfur. [segnalazione di Sharon]

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L'Italia stanzia fondi per il Darfur

Firmato un accordo di peace facility al vertice Ue-Africa

Destinati 40 milioni di euro"prioritariamente"alla regione sudanese e al Corno d'Africa

Alla fine al vertice di Lisbona di Darfur se ne è parlato, ma soltanto a margine dei lavori del summit UE - Africa. I responsabili della politica estera di alcuni paesi europei hanno incontrato il presidente sudanese Omar al Bashir per avanzare la loro inquietudine per il dramma del Darfur e, soprattutto, per il ritardo dell'avvio della forza di pace dell'Unione Africana nella martoriata regione sudanese. A questo proposito, l'Italia - e permettetemi di dire che se finalmente il nostro Paese si è finalmente esposto in modo concreto per il Darfur è anche grazie al nostro impegno e alla campagna di mobilitazione e informazione che abbiamo messo in campo negli ultimi mesi - e l'Unione africana hanno firmato un accordo per una peace facility italo-africana da 40 milioni di euro, che sarà destinata prioritariamente al Darfur e al Corno d'Africa. Anche in questo caso la firma dell'accordo è avvenuta a margine del vertice. Per l'Italia ha partecipato alla cerimonia il presidente del Consiglio Romano Prodi, mentre per l'Unione Africana era presente il presidente Alpha Omar Konar‚.Per quanto concerne i temi trattati ufficialmente in questo primo summit fra Unione Europea e Africa vi segnalo l'adozione dei principi del nuovo "parternariato strategico" a mezzo secolo dalla fine del colonialismo e la cosidetta nuova "relazione fra uguali" auspicata da Jos‚ Socrates, premier portoghese e presidente di turno dell'Ue. Sinceramente un po' poco per un vertice atteso da sette anni... E pensare che è stato fortemente voluto dall'Unione Europea soprattutto perché teme di perdere piede nell'immenso mercato africano soprattutto di fronte all'avanzata inarrestabile della Cina - assai meno preoccupata dell'Europa di far corrispondere la distribuzione di aiuti e investimenti al buon governo, come ha fatto rilevare ieri il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il primo giorno del vertice ieri ha messo in bella luce del resto tutte le divergenze fra europei e africani. A partire dall'impazienza dei leader del continente nero di fronte a quelle che vengono percepite come lezioni indebite.Fra i punti del contendere: le richieste di indennizzi per l'era coloniale da parte del leader libico Muammar Gheddafi, le proteste per la presenza del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe (il premier britannico Gordon Brown ha boicottato il summit mandando la sua inviata baronessa Valerie Amos, presidente della Camera dei Lord e grande esperta africana del governo); e piú in generale il tema dei diritti umani, esposto da un discorso molto fermo di Merkel contro Mugabe, rintuzzato poi dal presidente senegalese Wade. Non so a voi, ma a me la Merkel piace sempre di più. Non a caso è una dei leader europei più impegnata per il Darfur.

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Web attivati!: 'Push out the war from Darfur!"

Vorreste aiutarci a creare un toolkit per il WEBATTIVISMO 2.0? Creare, diffondere, informare: links, appelli, scripts e widgets che raccoglieremo per coinvolgere anche chi vuole "attivarsi" solo tramite internet per i diritti umani in Darfur e per le altre crisi umanitarie dimenticate (es. invio email, lettere). Collaborate, inviandoci le vostre segnalazioni e i vostri contributi grafici e testuali.: potreste ad esempio organizzare un contest per creare altri wallpapers, animazioni flash e plugins e diffonderli on-line. Intanto potete invitare i vostri amici e lettori a web-attivarsi per il Darfur, impegnandovi a dare notizie sul Darfur e le altre crisi umanitarie dimenticate tramite il vostro blog, firmando l'appello on-line e partecipando all'iniziativa "Io bloggo per il Darfur".

Cyber-actions:
1) Widget: UN Peacekeepers in Darfur (countdown by Andy)
2) Appello: Wanted for War Crimes
3) ... inviaci le tue segnalazioni!

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sabato, dicembre 08, 2007

Si apre il summit Unione Europea- Africa: non si parlerà di Darfur

Lisbona ospita da oggi il secondo vertice Unione Europea-Africa, a cui partecipano 70 capi di Stato e di governo dei due continenti. Parlamentari, scrittori e intellettuali europei e africani hanno lanciato numerosi appelli ai leaders europei affinchè si parlasse di Darfur e Zimbabwe. Anche 50 tra ONG e associazioni per i diritti umani, tra cui Italians for Darfur, hanno inviato una lettera di condanna per l'assenza del Darfur e dello Zimbabwe dall'agenda ufficiale del summit.

Al-Bashir e Mugabe presenti, Gordon Brown assente per non incontrarli. Cresce il sospetto che non si voglia parlare dei problemi più scottanti. L'Europa cerca, in sostanza, di recuperare terreno rispetto alla Cina, la più agguerrita concorrente in affari, che non pone domande e non pone vincoli. L'obiettivo, palesato da IlSole24Ore, è quello di riprendere in mano la situazione.

L'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che condanna i ritardi della missione ONU in Darfur e l'atteggiamento ostativo del Sudan, cade nel vuoto: nessun Paese fornirà i 24 elicotteri necessari all'impiego della forza di pace ONU in Darfur. Un nuovo rapporto, che sarà presto presentato al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU, denuncia inoltre che tra il 15 giugno e la metà di novembre ben 15 attacchi aerei e terrestri sono stati compiuti dall'esercito sudanese causando l'uccisione di centinaia di civili e lo stupro di altrettante donne.

Questo mese, Presidente del Consiglio di Sicurezza è l' italiano Marcello Spatafora. Scrivete a questo indirizzo per chiedere al Consiglio di Sicurezza ONU di dare una svolta alla crisi in Darfur:

Ambassador Marcello Spatafora
Permanent Mission of Italy to the United Nations
Two United Nations Plaza, 24th Floor
New York, NY 10017

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IB4D a PiùBlog 2007: vecchi e nuovi media si incontrano.

Persone e non 'utenti'. E' questo il passaggio che si è sottolineato a Più Blog 2007, lo spazio blog alla Fiera della piccola e media editoria ospitata al Palazzo dei Congressi di Roma, giovedì scorso: la fenomenologia dei "blogs" è fatta di persone e comunità, non di utenti e consumatori di internet.

Al dibattito è stato invitato anche Italians for Darfur, rappresentato da Stefano Cera (nella foto). Il movimento, attraverso la campagna on-line “Italian Blogs for Darfur” si
contraddistingue, infatti, per l’uso privilegiato dei blogs e degli spazi di aggregazione della rete internet quali strumenti di informazione e promozione, sia dentro sia fuori la rete, come dimostra la recente approvazione a Barletta di una risoluzione comunale scritta proprio dagli Italian Blogs for Darfur.

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Il nuovo volo di Guidoni, dallo spazio al Darfur

Umberto Guidoni, noto astronauta italiano e attualmente parlamentare europeo, ci ha inviato il suo personale contributo per "IO BLOGGO PER IL DARFUR".
Guidoni è stato insignito di due medaglie per i voli spaziali del 1996 e del 2001, è 'Commendatore della Repubblica' e 'Grande Ufficiale della Repubblica'.

Assolutamente da non perdere la foto di Roberto Grassilli per il Darfur, fatta con il cuore e tanta fantasia! Vedi il nostro sildeshow.



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venerdì, dicembre 07, 2007

Continua la nostra azione

Mozione in Senato per sollecitare la missione in Darfur

Il senatore Enrico Pianetta, che già in passato ha più volte recepito le nostre sollecitazioni a predisporre azioni e interventi per il Darfur, ha presentato un'interrogazione al ministro della Difesa, Arturo Parisi, per sapere quali siano le ragioni per le quali il Governo non ha ancora fornito risorse e mezzi necessari per la missione Onu-Ua in Darfur e quali e quanti siano questi mezzi e risorse che il Governo è in grado di mettere in campo.
"Il Segretario generale dell'Onu - si legge nel testo dell'interrogazione - ha lanciato un appello ai paesi membri affinché forniscano le necessarie attrezzature militari, soprattutto aerei, senza le quali la missione di pace Onu-Unioneafricana rischia di fallire''.
''Nel settembre 2007 - continua Pianetta - in occasione della visita in Italia del Presidente sudanese Omar al Bashir, il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha annunciato che 'l'Italia farà la sua parte nella missione di pace, con una partecipazione non solo finanziaria, ma anche con la messa a disposizione di mezzi di trasporto, aerei, elicotteri, per il trasporto truppe e di strutture logistiche. Ma al riguardo del contributo che l'Italia sarebbe in grado di dare alla missione di pace, il neo-designato Capo di Stato maggioredella Difesa, generale Vincenzo Camporini, ha recentemente affermato che è senz'altro positivo, ma bisogna tenere conto di tutti gli altri nostri impegni e per tale non è possibile fare tutto nello stesso momento essendo impegnati anche in altri parti del mondo. Ecco perche' - conclude Pianetta nell'interrogazione - ho chiesto al Ministro Parisi di sapere quali e quanti mezzi l'Italia sia in grado effettivamente di destinare per la missione di pace in Darfur''.

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martedì, dicembre 04, 2007

“Denunciamo l'indifferenza e la codardia dei nostri leader”

Lettera aperta di intellettuali e scrittori europei e africani per Darfur e Zimbabwe.
Per il nostro Paese hanno aderito il premio Nobel Dario Fo e Franca Rame

Scrittori africani ed europei denunciano attraverso una lettera aperta la codardia politica dei propri leader nel non volere dare al Darfur e allo Zimbabwe la priorità nel programma del summit Ue-Africa.
All’iniziativa, promossa da Crisis Action e Italians for Darfur, hanno aderito scrittori e intellettuali quali Dario Fo, Franca Rame, Günter Grass, Rodd Doyle, Vaclav Havel, Wole Soyinka, Mia Couto, Goretti Kyomuhendo e Chimanda Ngozi Adichie.
Con la loro posizione importanti e conosciuti questi intellettuali di fama mondiale criticano i leader dei rispettivi paesi di appartenenza di non avere il coraggio di affrontare due delle peggiori crisi mondiali. Il summit Ue-Africa, che si terrà a Lisbona dall’8 al 9 dicembre prossimi, è il primo di questo genere dal 2000.
“Ci aspettiamo che i nostri leader guidino, e lo facciano con coraggio morale. Se dovessero venir meno a questo impegno, ci renderebbero tutti moralmente più poveri”, si legge nella lettera.
La lettera è stata inviata a tutti i capi di Stato che parteciperanno al Summit e sarò pubblicata domani 4 settembre sui principali giornali africani ed europei.
“Perché dovremmo dare ascolto ai potenti se i potenti sono sordi al grido degli afflitti? Milioni di africani e di europei si aspettano che lo Zimbabwe e il Darfur siano messi in cima all’agenda. Non è troppo tardi”, sottolinea il testo.
“Il summit Ue-Africa è un’occasione per affrontare le questioni principali che affliggono la nostra gente. Tuttavia, anteponendo ai propri principi il desiderio di evitare contrasti, i nostri leader stanno sprecando questa occasione”, ha dichiarato Wole Soyinka, l’autore nigeriano vincitore del Premio Nobel.
Nonostante le centinaia di migliaia di persone morte in Darfur e nella brutale repressione in Zimbabwe, non è stato previsto alcun punto nell’agenda su questi temi.
La lettera sostiene che è impossibile augurare una nuova epoca di amicizia tra l’Europa e l’Africa finché il Darfur e lo Zimbabwe saranno ignorati.
Intanto l’Italia in dicembre sarà alla presidenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il movimento per i diritti umani ‘Italians for Darfur’ e altre Ong internazionali hanno già in programma delle iniziative per sollecitare il governo italiano a intraprendere un’azione forte affinché venga superata l’empasse che ha rallentato il dispiegamento della forza di pace autorizzata e fortemente voluta dalle Nazioni Unite lo scorso agosto e che entro fine anno avrebbe dovuto essere operativa. Cosa ad oggi impedita da ostruzionismi e atteggiamenti che hanno di fatto bloccato il processo di peacekeeping previsto nella regione sudanese da oltre quattro anni martoriata da un conflitto tribale.
***
PS. Questo è il comunicato che abbiamo diffudo ieri. Tutte le maggiori agenzie di stampa lo hanno passato. Il Tg1 ha dato la notizia, il gr delle 18 di Radio Rai ha fatto un servizio, ma i giornali - tanto per cambiare - non hanno dedicato alla notizia neanche una riga...
Antonella

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Salih Mahmoud Osman, sudanese, vince il Sacharov 2007

Il vincitore del Premio Sacharov 2007 è Salih Mahmoud Osman, avvocato
sudanese impegnato nella difesa dei diritti dell'uomo contro la
tortura, fornendo assistenza legale alle vittime della guerra civile
in Sudan. Osman opera all'interno del Soat, Sudand Organization Against Torture.
Il Presidente del Parlamento Pöttering l'ha annunciato oggi
25 ottobre in Aula a Strasburgo, dopo una riunione dei leader politici
che hanno scelto il vincitore da una lista di tre finalisti.
"A dispetto della violenza e del l'abuso di potere, Osman
si batte per la giustizia e il diritto", ha affermato il Presidente
Pöttering, che ha aggiunto: "Non può esistere democrazia senza
giustizia".
Il Parlamento europeo ha dimostrato a più riprese il suo
sostegno alla causa del Darfur con risoluzioni e dichiarazioni per il
ripristino dello stato di diritto in Sudan.
Al vincitore va un assegno di 50.000 euro che verrà consegnato nella
cerimonia ufficiale dell'11 dicembre a Strasburgo. {Segnalato da Mauro Zanzi]

"Salih Mahmoud Osman continues his work as a human rights defender despite great personal risk, in a country which remains hostile to rights activists. He has been an essential resource for Darfurians facing abuse by the military, security, judicial and police forces, and for the human rights community as we respond to the crisis."
Georgette Gagnon, Deputy Director of the Africa division of Human Rights Watch

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