Il blog di Italians for Darfur

martedì, giugno 30, 2009

Nuovo attacco aereo in Nord Darfur: decine di morti e feriti tra i civili

Abdel Wahid al Nour, leader del Sudan Liberation Movement, denuncia ai microfoni dei giornalisti parigini l'ultimo attacco che forze aeree del Sudan avrebbero sferrato domenica scorsa ai danni della popolazione civile nel villaggio di Hashaba, nel Nord Darfur, provocando la morte di almeno otto persone e decine di feriti.
Le forze UNAMID per ora non confermano, tuttavia è noto che aerei della SAF sono decollati il giorno prima da El Fasher, 70 km a est di Hashaba.

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venerdì, giugno 26, 2009

Presentata interrogazione parlamentare sul pestaggio degli studenti del Darfur

Roma, 26 giu (Velino) - Il senatore del Pd Marco Perduca (componente Radicale) ha presentato un’interrogazione sull’aggressione subita a Khartoum, capitale del Sudan, da un gruppo di studenti originari del Darfur. Il parlamentare ha raccolto la denuncia dell’associazione ‘Italians for Darfur’ che da anni si batte per la tutela dei diritti umani in Darfur e chiede che venga diffusa più informazione sulla crisi umanitaria in corso da oltre sei anni nella regione sudanese[...].

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La giornata Mondiale del Rifugiato 2009 con un pensiero al Darfur

Nonostante le aspettative fossero a favore di un interesse generale nei confronti della "Giornata Mondiale del Rifugiato 2009", i media nazionali hanno dimenticato di trattare la notizia per come essa meritava. Ciononostante le manifestazioni hanno interessato molta parte dell'Italia ed in particolare, con un giorno di anticipo, si è celebrata all’Università della Calabria, grazie alla volontà del movimento studentesco per i diritti umani DEStrutturante che ha organizzato un incontro-dibattito, con la giornalista Antonella Napoli, presidente dell'associazione Italians For Darfur ed autrice del libro-reportage "Volti e colori del Darfur" i cui diritti d'autore sono devoluti ad Emergency per la realizzazione dell’ospedale pediatrico di Nyala nella regione sudanese. La Giornata del Rifugiato avrebbe dovuto proseguire il giorno dopo (nella sua data ufficiale) a Cosenza, ma la coincidenza con il silenzio elettorale e la possibilità di azioni dimostrative, sebbene pacifiche, contro la politica governativa, hanno indotto gli uffici comunali a revocare l’autorizzazione concessa. Solo grazie all’immediata disponibilità, del direttore di un importante centro commerciale è stato possibile recuperare il pomeriggio di ieri, attraverso l’ospitalità di un banchetto del movimento per divulgare il volume di Antonella Napoli e far conoscere la protesta pacifica attuata dai Missionari Comboniani di Castelvolturno contro il pacchetto sicurezza approvato dal Governo, con la distribuzione dei permessi di soggiorno "In nome e in grazia di Dio". «Il problema del Darfur- ha detto Antonella Napoli agli studenti dell’università calabrese- nasce anche dalla mancanza di interesse politico degli Stati civili. L’aver visto con i miei occhi la condizione dei rifugiati nei campi profughi, la luce negli occhi di quei bambini e la forza di quelle donne nonostante la maggior parte siano state vittime di stupri delle milizie dei janjaweed, mi hanno indotto a operare per quel popolo, insieme all’associazione che rappresento, portando l’interesse verso il Darfur sui media nazionali. Oggi solo il 16% degli italiani sa che in quella regione c’è una crisi scaturita da interessi economici e geopolitici e si continua a sostenere che tre milioni di rifugiati e trecentomila morti non identifichino un genocidio». “Volti e colori del Darfur”, la cui prefazione è di Monica Guerritore e contiene uno scritto di Suliman Hamed Ahmed, è un viaggio tra i rifugiati nei campi profughi del Darfur che attraverso le immagini esclusive ed i racconti di stupri e di bombardamenti diviene un reportage, realizzato ad Al Fasher, della regione del Sudan più dimenticata dal resto del mondo. «Volti, sguardi, preghiere inascoltate. La rabbia repressa e il dolore immane per una vita strappata, una dignità violata, una ferita aperta che il tempo non riesce a sanare. Tutto questo e molto di più è il Darfur -ci dice Antonella Napoli -la regione del Sudan dilaniata da un conflitto iniziato nel 2003 e che ha provocato, secondo stime Onu, tra i duecento e i trecentomila morti e costretto quasi tre milioni di persone a rifugiarsi nei campi profughi. A spingerle lontane dalle loro case sono la paura e la violenza dei janjaweed, i cosiddetti ‘diavoli a cavallo’, milizie armate arabe che hanno seminato il terrore tra le etnie africane. La crisi umanitaria in Darfur è considerata, a livello mondiale, la più grave degli ultimi decenni, eppure la percentuale di coloro che conoscono questo dramma è letteralmente imbarazzante ad iniziare da alcuni nostri politici che ancora credono che “darfur” sia la marca di una caramella.» Italians For Darfur Onlus è l'associazione per i diritti umani con sede a Roma, alla quale aderiscono giornalisti, artisti, educatori e operatori umanitari, e che grazie all'attività svolta attraverso due Global Day e un concerto al Parco della Musica ha indotto i maggiori telegiornali nazionali ad incrementare le notizie sul Darfur, che hanno da sempre trovato spazio ed attenzione su Articolo21. «La poca sensibilità dei media, e di conseguenza della società civile, nei confronti di questa tragedia è palese.- continua Antonella Napoli -Basti pensare che mentre si celebrava il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, nel Darfur meridionale venivano rapite e stuprate delle donne che si erano allontanate dal campo profughi di Kalma per raccogliere legna. Nessun organo di informazione ne ha dato notizia. Per dire ‘no’ a tutto questo, mobilitare l’opinione pubblica in favore del Darfur e per garantire una migliore qualità del servizio televisivo italiano e dei media in generale, è nata dapprima online, grazie a Mauro Annarumma, ‘Italians for Darfur’. Ecco perché è stato concepito questo volume, dopo un mio viaggio tra gli sfollati nei campi profughi e nelle periferie delle città del Darfur. Uomini, donne e bambini che nonostante una vita ai limiti della sopravvivenza hanno ancora qualche sprazzo di luce negli occhi. Ed è attraverso gli sguardi impressi nelle foto e le storie raccontate in questo libro che speriamo di riuscire a toccare nel profondo chi oggi ha tra le mani ‘Volti e colori del Darfur’ e contribuisce così a tenere accesa quella flebile luce, la luce della speranza.Occorre rinnovare il concetto di cooperazione sburocratizzando le procedure, vietando strumentalizzazioni sull’azione del “rifugiato” ed avviando una riforma per la gestione dei fondi spesso oggetto di mera ripartizione»

Giulia Fresca

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mercoledì, giugno 24, 2009

Khartoum: studenti universitari picchiati e derubati perchè originari del Darfur

Riceviamo da Suliman Hamed Ahmed, rappresentante dei rifugiati del Darfur in Italia, la tragica testimonianza dell'associazione Khartoum University Student Union, circa il pestaggio di alcuni studenti originari del Darfur.
All'approssimarsi degli esami finali dell'anno accademico, molestie e minacce persistono a danno degli studenti del Darfur nella capitale sudanese, ma nonostante tutto essi continuano nel tentativo di concludere il loro percorso formativo.

Il movimento italiano per il Darfur esprime forte rammarico per le violenze di stampo razzista perpetuate a giovanissimi studenti dell'Università di Khartoum e chiede alle organizzazioni per i diritti umani in loco e alle Nazioni Unite di intervenire e di indagare sui casi di pestaggi,tortura e molestie denunciati.

Alla vigilia di Mercoledì 10 giugno 2009, in occasione della decima notte un gruppo di studenti del Congresso Nazionale hanno assalito gli studenti del Darfur con coltelli e lame, ferendo 32 studenti che sono stati trasportati in un ospedale dopo alcune ore. Circa 300 studenti tra cui donne che indossavano l'Abayat, il velo tradizionale, hanno picchiato gli studenti e li hanno espulsi dal campus spingendoli per la strada fino a quando gli studenti sono stati costretti a dormire all'esterno, con un aumento del numero di feriti e dei furti. Il Giovedi mattina alle ore 10 gli studenti sono stati aggrediti nuovamente, portando il numero dei feriti a 19, così come gli arresti arbitrari di studenti del Darfur saliti a 11; 16 studenti sono ancora dispersi. Attualmente, va rilevato che vi sono 4 studenti gravemente feriti.


Questi i nomi degli studenti darfuri feriti nel corso dell'aggressione all'università:

1 Abdel-Rahman, Wendy: quattro denti rotti
2 Zizip Adam Balsaik Miniere: picchiato su reni, testa e schiena
3 Sadia Idriss Balsaik: colpito in testa, ha subito un intervento chirurgico a Balbnj
4 Chadia Harun: lesioni su tutto il corpo, in gravi condizioni
5 Euro-Amer: ferite gravi in tutto il corpo
6 Huwaida Dawod: ferito alla schiena, glutei, mani e testa
7 Mohammad Thuraya: colpito alla mano, quasi paralizzato
8 Mahmoud: gravi lesioni in tutto il corpo
9 Bekheit: lesioni alla schiena, glutei e mani
10 Adam: lesioni alla schiena, mani e testa
11 Salomone: colpito in tutto il corpo
12 Abdel-Rahman Balsaik: colpito alla testa e arrestato
13 Abdel-Karim: colpito all'addome e gambe, arrestato
14 Sajida Mose: colpito all'addome e gambe, arrestato
15 Samira Ahmed Mekki: colpito 15 volte all' addome e alle gambe e petto, arrestato
16 Susan 17 anni fino ad oggi in gravi condizioni
18 Salwa Mubarak Balsaik: picchiato su tutto il corpo
19 Noor Mansour Balsaik picchiato sul collo
e Mohamed Gomaa, 20 anni, in condizioni critiche

Anche le stanze degli studenti sono state saccheggiate e i beni dei ragazzi trafugati (almeno 15 stanze).

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martedì, giugno 16, 2009

Continuano i bombardamenti aerei in Darfur

Non si arrestano le violenze e le uccisioni su larga scala in Sudan, dal Sud Sudan al Darfur. A denunciarlo in un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, giovedì scorso, è Sina Samar, inviato speciale dell' ONU per i diritti umani in Sudan.

Nel periodo da Agosto ai primi di Giugno di quest'anno, numerosi bombardamenti hanno colpito la regione del Darfur, come i centri di Umm Sauunna, 24 km a ovest di Haskanita, e Shawa, a sud di El Fasher, spesso in maniera indiscriminata, senza alcuna distinzione tra postazioni ribelli, dimore private e strutture di accoglienza.

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venerdì, giugno 12, 2009

Quattro delle tredici Ong espulse dal Sudan pronte a rientrare

Il governo sudanese permetterà il rientro in Darfur delle 13 ONG straniere espulse a marzo, dopo l'incriminazione del presidente Omar Hassan al Bashir da parte della Corte Penale Internazionale.
lo ha riferito ieri John Holmes, responsabile degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza. Khartoum avrebbe imposto come unica condizione la registrazione delle organizzazioni con una nuova denominazione e un nuovo logo: quattro le ONG già regolarizzate.

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mercoledì, giugno 10, 2009

Gheddafi a Roma

Nel giorno della visita di Gheddafi in Italia vorrei ricordare che questo "campione di libertà" (come lo ha definito il nostro Presidente del Consiglio) è colui che, oltre a violare sistematicamente i diritti umani nel proprio paese, come Presidente dell'Unione Africana ha più volte minacciato il ritiro di tutti i paesi africani dalla Corte Penale Internazionale in caso di condanna di al-Bashir.
Poi, dopo la richiesta di arresto emessa dalla Corte (nel marzo di quest’anno - per crimini di guerra e crimini contro l'umanità), si è dimostrato uno dei più attivi nell'esprimere la propria solidarietà al presidente sudanese (che secondo le prove raccolte è responsabile della morte di almeno 35 mila civili e del trasferimento forzoso di un numero di persone compreso tra 80 e 265 mila, che sono state sradicate dalle loro case).
A tale fine voglio ricordare le parole dell’Arcivescovo Desmond Tutu (Premio Nobel per la pace 1984) che mi piace pensare possano essere il punto di riferimento per quanti (forse ormai pochi) credono ancora che la libertà e la pace siano “valori assoluti” e non “mezzi di scambio” da sacrificare in nome della realpolitik: "Per quanto dolorosa e scomoda possa essere la giustizia, abbiamo preso atto che l'alternativa - lasciare che ci si dimentichi di far sì che chi commette reati risponda del proprio operato - è di gran lunga peggiore".

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martedì, giugno 09, 2009

Nuova sentenza porta a 103 il numero dei ribelli del JEM condannati a morte

Altri 12 ribelli del Justice and Equality Movement (JEM) sono stati aggiunti giovedì scorso alla lista dei condannati a morte da Khartoum, per il fallito attacco alla capitale nel maggio 2008.

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Picco di vendite del greggio sudanese in Aprile

Dopo una deludente chiusura del mese di Marzo, legata alla recessione globale, Aprile ha registrato un aumento del 75% delle vendite di greggio sudanese. Lo scambio totale di greggio ha sfiorato i 159 milioni di dollari contro i 90 del periodo precedente.

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