Il blog di Italians for Darfur

mercoledì, gennaio 27, 2010

Comunicato

Sudan/ I sei bambini soldato del Darfur non saranno giustiziati
Successo per la petizione di Italians for Darfur. Raccolte 12 mila firme

Roma, 26 gen. (Apcom) - La petizione organizzata da Italians for Darfur che chiedeva la sospensione della pena per i bambini soldato condannati a morte in Sudan ha avuto successo. "I sei bambini soldato del Darfur, condannati a morte lo scorso novembre, non saranno giustiziati" annuncia con una nota l'organizzaione promotrice della campagna per la difesa dei diritti umani in Sudan. . "Il governo sudanese - prosegue il comunicato dell'associazione - ha assicurato che i minori sui quali pendeva la mortale sentenza non saranno uccisi. La conferma arriva dal 'Council for Human right' del Sudan a cui abbiamo inviato le sottoscrizioni della petizione che chiedeva di sospendere la pena nei confronti di ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni". Arrestati insieme ad altri 150 guerriglieri del Jem (Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza) per aver partecipato nel 2008 a un attacco contro Omdurman, città gemella della capitale sudanese, i sei minori erano stati giudicati colpevoli da una Corte militare. Purtroppo resta incerto il futuro di altri ragazzi di età non ben definita - conclude la nota - ma che non si esclude, per alcuni, possa essere inferiore ai 18 anni. Il governo sostiene, anche grazie al complice e interessato silenzio del Jem che ha sempre negato la presenza di bambini - soldato tra le sue fila, che nel braccio della morte del carcere di Kobar siano presenti solo adulti".

domenica, gennaio 24, 2010

Yasir Arman è il candidato ufficiale dello SPLM alle presidenziali

Yasir Arman è il nome del candidato del Sudan People's Liberation Movement (SPLM) alla corsa presidenziale di Aprile.
Mussulmano originario del Nord Darfur, ha militato per venti anni nel movimento di John Garang, e ne guida il gruppo parlamentare.

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giovedì, gennaio 21, 2010

Comunicato: SUDAN. Espulse 26 ong dal Darfur

“La decisione delle autorità sudanesi di espellere dal Darfur 26 organizzazioni non governative per aver violato, secondo le accuse, il loro mandato, non solo è un atto di grande irresponsabilità ma è un preoccupante segnale in vista delle prossime elezioni in Sudan. Forse il regime di Khartoum non vuole testimoni sgraditi che possano denunciare eventuali comportamenti irregolari?”.

E’ quanto dichiara in una nota il presidente dell’associazione Italians for Darfur, Antonella Napoli.
“Tale notizia ci sorprende e amareggia – prosegue Napoli - soprattutto a fronte della disponibilità a rivedere la condanna dimostrata dal governo nei confronti dei sei bambini soldato condannati a morte nelle scorse settimane e per i quali avevamo chiesto la cancellazione della pena attraverso una petizione che ha raccolto oltre 10mila firme”.

“Ci auguriamo – conclude il presidente di Italians for Darfur - che questa espulsione, non ben motivata, non sia un atto finalizzato ad esasperare la già drammatica situazione umanitaria sul campo e a creare un alibi al riaccendersi delle tensioni che potrebbero degenerare in nuovi scontri diretti con le forze di opposizione”.

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domenica, gennaio 17, 2010

18 civili uccisi nel Nord Darfur dall'esercito sudanese

Nord Darfur: l'aviazione e l' esercito sudanese, con 200 veicoli di soldati e miliziani, avrebbero sferrato un pesante attacco a Souk Fruk, nel Nord del Darfur, causando la morte di 18 civili che si trovavano al consueto mercato generale.
Fonti del movimento ribelle SLA di Abdel W. Al-Nur lo hanno riferito oggi stesso, giorno dell'offensiva, alle Nazioni Unite, che si sono dette pronte ad aprire un'inchiesta. L'ennesima.

Intanto i governi del Chad e del Sudan hanno fatto sapere di essere giunti a un accordo sul dispiegamento di guardie di confine lungo le rispettive aree di competenza, a partire dal prossimo mese.

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giovedì, gennaio 14, 2010

Darfur: un sacco di sorgo costa 80 dollari.

Si fa sempre più grave la crisi alimentare in Darfur, in particolare nel Darfur occidentale. Un sacco di sorgo, uno dei cereali più usati nella dieta sudanese, ha superato recentemente i 200 Pounds sudanesi, equivalenti a 80 dollari.

Approfondisci:
Il Nord Darfur è a rischio carestia

Un morto e sei feriti per una scodella di sorgo in Darfur

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domenica, gennaio 10, 2010

Agire ora per la pace. Un dossier ne svela i perchè.

Non a caso, il 7 gennaio scorso, mentre veniva presentato alla stampa il nuovo dossier di 10 ONG internazionali sul Sud Sudan "Rescuing the Peace in Southern Sudan", nella stessa regione venivano uccisi almeno 140 civili e feriti altri 90.
Lo rivelano fonti delle Nazioni Unite, che la settimana scorsa hanno sorvolato l'area del Wunchai provincia di Warrap, Sud Sudan.
Sempre la settimana scorsa, riprendevano i bombardamenti degli Antonov governativi nel Darfur occidentale, causando la morte anche di tre bambini e due donne, secondo quanto riferito dai ribelli Jem dell'area al Sudan Tribune.
Occore agire ora, chiedono le associazioni per i diritti umani di tutto il mondo, per garantire un pieno sviluppo della democrazia in Sudan, dilaniato da conflitti che sembrano non avere fine, in Darfur come in Sud Sudan, dove i prossimi appuntamenti elettorali rischiano, con le condizioni socio-politiche attuali, di innescare una nuova guerra civile.

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LRA: i guerriglieri ugandesi seminano il panico tra i profughi darfuri al confine

Da tempo si rincorrono le voci della presenza di milizie del Lord’s Resistence Army in campi di addestramento in Sud Darfur, appoggiati dal governo sudanese. Ma dalle fonti ufficiali arrivano solo smentite.

I guerriglieri che hanno sconvolto per un ventennio l’Uganda e l’Africa centrale, la famigerata Lord’s Resistence Army, responsabile del rapimento di migliaia di bambini e del loro impiego come “bambini soldato” o “schiavi sessuali” e della mutilazione di altrettante vittime, sarebbero dislocati da pochi mesi anche in Darfur. Già presenti oltre i confini nazionali in Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, i ribelli ugandesi sarebbero in procinto di iniziare una campagna di terrore e morte anche in Sud Darfur. Proprio in questa regione, lo LRA si è reso colpevole di numerosi attacchi, agli inizi di quest’anno, a postazioni di distribuzione di alimenti e beni di prima necessità, con l’uccisione di centinaia di civili e lo sfollamento di migliaia di essi.

Joseph Kony, leader dello LRA, è un riconosciuto criminale di guerra, ricercato, al pari di Omar Hassan al Bashir, il dittatore sudanese, dalla Corte Penale Internazionale. Non sarebbe l’unico elemento di affinità, tra i due, se è vero che dietro i campi di addestramento in Darfur, ci sia proprio il governo sudanese, come afferma la linea di comando del Sudan People Liberation Movement. I rappresentanti del governo sudanese smentiscono, ma il Generale Kuol Diem Kuol, portavoce dello SPLA, afferma che, in seguito ad alcuni scontri tra i due gruppi armati, il 19 Dicembre scorso, i soldati hanno rinvenuto razioni di cibo di indubbia provenienza dal Nord Sudan, come il Dak. Secondo il portavoce, è probabile che i guerriglieri dello LRA vogliano ricostitursi ed organizzarsi per rientrare in Sud Sudan in corrispondenza del referendum del 2011 sull’indipendeza della regione da Khartoum.

Sembra verosimile la presenza di gruppi armati nell’area occidentale di Um Dafok e Bahr al Ghazal, al confine con il Sud Darfur, area soggetta recentemente ad attacchi e rapimenti di minori da parte di milizie riconducibili al movimento armato ugandese, ma resta da verificare se, effettivamente, il gruppo armato si sia spinto stabilmente fin dentro il Sud Darfur, nell’area di Dimo e Kaskagi.

L’UNAMID e gli osservatori internazionali sono scettici sulla veridicità delle affermazioni che si rincorrono per il deserto del Darfur, ma le basi della missione internazionale sono poco presenti nell’area, che confina con la Repubblica CentroAfricana A fine ottobre, al contrario, fonti militari sud sudanesi hanno ricondotto proprio agli ugandesi un attacco a un campo profughi costato la vita a tre soldati e due profughi del Darfur.

Tanto è bastato per diffondere il terrore tra la popolazione de l Darfur, già stremata da anni di conflitti e abusi, che il Lord’s Resistence Army stia insediandosi nella regione per iniziare una nuova campagna di odio e massacri. Dall’inizio dell’anno, solo nel Sud del Sudan, oltre 220 persone sono state uccise almeno 157 rapite dallo LRA (fonte: OCHA)

di Mauro Annarumma per Mpnews

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venerdì, gennaio 08, 2010

Comunicato SUDAN365

Al via campagna internazionale per scongiurare un nuovo conflitto
Italians for Darfur: il governo italiano faccia la sua parte.
Bisogna agire ora perché domani potrebbe essere troppo tardi
Partirà il 9 gennaio una campagna internazionale che vedrà impegnati migliaia di attivisti e celebrità che nel corso del 2010 daranno luogo ad eventi in almeno 15 Stati in uno sforzo internazionale coordinato, lanciando un appello ai leader del mondo a prendere urgentemente provvedimenti atti a prevenire il riaccendersi e il propagarsi del conflitto in Sudan.
La campagna Sudan365, promossa da Italians for Darfur e rilanciata da ‘Articolo 21’ e ‘Artisti socialmente utili’, è stata presentata oggi nella Sala Mappamondo della Camera dei Deputati.
Quello italiano è solo uno dei tanti eventi organizzati dalla coalizione di associazioni e gruppi, tra cui Italians for Darfur, Amnesty International, Save Darfur, FIDH, Refugees Internatrional , Human Rights Watch, e molte altre, che si occupa da anni della difesa dei diritti umani .
La campagna durerà tutto l’anno.
“Stiamo assistendo da diversi mesi a un grave intensificarsi delle violenze interetniche nel Sud Sudan – ha ricordato Antonella Napoli. presidente di ‘Italians for Darfur’ e autrice del libro – denuncia ‘Volti e colori del Darfur – Edizioni Gorée - mentre la crisi in Darfur continua e si aggrava ogni giorno di più. Basti pensare ai 5 caschi blu uccisi in due diversi attacchi poche settimane fa. Il 2010 pone serie minacce ai diritti umani in Sudan che possono essere prevenute solo se i governi agiscono ora. Restano poco più di 365 giorni e una mole enorme di lavoro da fare prima che la grande conquista del CPA svanisca. Le autorità sudanesi e la comunità internazionale devono aumentare il loro impegno nel realizzare pienamente quel trattato e mantenere così la pace a cui ha portato con grandi difficoltà”.
“Il popolo del Sudan ha sperimentato 22 anni di guerra civile – ha sottolineato la Napoli – e oggi si è sull’orlo di un nuovo conflitto. Riteniamo reale il rischio che l’accordo possa essere disatteso e che la tregua sia ‘rotta’, favorendo il ritorno della furia devastante della guerra, con disastrose conseguenze per il popolo del Sudan e per l’intera regione”.
“Per questo chiediamo al nostro Governo – ha concluso il presidente di Italians for Darfur - testimone dell’attuazione dell’accordo del 2005, di produrre un intenso sforzo diplomatico nel prossimo anno, sfruttando i buoni rapporti sia politici sia commerciali con il Sudan, per chiedere il rispetto di quel trattato garantendo così il mantenimento della pace”.
Sudan 365 è supportato da alcuni dei più famosi percussionisti del mondo, tra cui Phil Selway, Radiohead; Stewart Copeland, The Police; Nick Mason, Pink Floyd; Jonny Quinn, Snow Patrol; Caroline Corr; Richard Jupp, Elbow; Middle Eastern, Mohammed Mounir, Mustapha Tettey Addy e Tony Esposito, testimonial della campagna italiana.
"La musica puó arrivare lí dove nemmeno i governi arrivano", ha detto il musicista e percussionista napoletano.
"Il Darfur è un esempio tipico di una guerra illogica, una guerra infame, una guerra di incivltà". Per Esposito, "il paradosso è che nessuno sa perché‚ si combatte in Darfur. Si sa solo che i rifugiati vengono attaccati sia dai ribelli che dalle forze governative. Ogni giorno muoiono centinaia di bambini e donne, senza sapere il perché‚ di questa guerra".

giovedì, gennaio 07, 2010

Tony Esposito: è online il contributo italiano alla campagna SUDAN 365 "A BEAT FOR PEACE"

E' on-line l'anteprima del contributo italiano alla campagna SUDAN 365 " Un ritmo per la pace"

Il 9 gennaio 2010 prenderà il via la nuova campagna internazionale SUDAN 365 "A BEAT FOR PEACE", alla quale aderisce, per l'Italia, Italians for Darfur Onlus, con il sostegno delle associazioni Articolo 21 e Artisti Socialmente Utili.




Invia anche tu il tuo "Ritmo per la pace" a Italians for Darfur Onlus.
info: www.italiansfordarfur.it

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Presentazione campagna Sudan365

Migliaia di attivisti di 15 Paesi si riuniscono per mettere in guardia il mondo dal peggiorare del conflitto in Sudan


Partirà il 9 gennaio una campagna internazionale che vedrà impegnati migliaia di attivisti e celebrità che, nel corso del 2010, daranno luogo ad eventi in almeno 15 Stati in uno sforzo internazionale coordinato per lanciare un appello ai leader del mondo a prendere provvedimenti urgenti atti a prevenire il riaccendersi e il propagarsi del conflitto in Sudan.
Gli eventi sono stati organizzati dalla coalizione di associazioni e gruppi, tra cui per l’Italia, Italians for Darfur, alla quale hanno aderito Amnesty International, Save Darfur, FIDH, Refugees Internatrional , Human Rights Watch, International Rescue Commettee, Darfur Consortium e Arab Coalition for Darfur per lanciare Sudan365 (www.sudan365.org) la nuova campagna, che durerà tutto l’anno, per la pace in Sudan. La lista completa dei Paesi e dei gruppi partecipanti può essere trovata all’indirizzo www.sudan365.org.
Testimonial per l'Italia, il percussionista e cantante Tony Esposito.
L’impegno preso dalle associazioni di Sudan365 inizia a distanza di solo un anno dal referendum che deciderà il futuro del Sudan e che segnerà l’anniversario dei primi cinque anni del Comprehensive Peace Agreement, l’accordo di pace che pose fine alla guerra civile tra Nord e Sud del Sudan e che prevedeva proprio questo referendum.
Con molte e gravi problematiche aperte ancora da risolvere che accendono la violenza interetnica nel Sud e generano continui attacchi ai civili in Darfur, c’è un rischio reale che il conflitto si riapra, destabilizzando l’intera regione e ponendo i civili in grave pericolo.

Sudan 365 è supportato da alcuni dei più famosi percussionisti del mondo, tra cui Phil Selway, Radiohead; Stewart Copeland, The Police; Nick Mason, Pink Floyd; Jonny Quinn, Snow Patrol; Caroline Corr; Richard Jupp, Elbow; Middle Eastern, Mohammed Mounir, Mustapha Tettey Addy e Tony Esposito.
Tutti i musicisti che prestano il loro volto a questa campagna stanno lavorando insieme per creare un “ritmo per la pace” in Sudan realizzando un video per promuovere l’iniziativa mondiale.
Gli attivisti suoneranno all’unisono i loro tamburi nel corso degli eventi organizzati in tutto il mondo per chiedere i governi di agire immediatamente per prevenire l’aggravarsi degli atti di violenza e assicurare che i civili siano protetti.
Le organizzazioni per i diritti umani chiedono ai leader mondiali di aumentare considerevolmente il loro impegno a:

- Prestare intenso e coerente supporto diplomatico alle parti del Nord e Sud Sudan su materie irrisolte come i servizi sanitari accessibili a tutti, sicurezza dei confini, e una legislazione che garantisca la legittimità del referendum.
- Aumentare il monitoraggio internazionale e la supervisione delle violazioni dei diritti umani in tutto il Sudan nella corsa alle elezioni di Aprile e al referedndum, e sostenere le misure necessarie a proteggere i civili dalla violenza che potrebbe scatenarsi relativamente a questi eventi.
- Pressare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite perchè prolunghi il mandato a del della forza internazionale di peacekeeping in Sudan (UNMIS) in protezione dei civili, aumentando la prezenza in aree remote ma instabili e attraverso il rapido dispiegamento del personale nelle aree vicine al conflitto.

Il referendum del 2011 determinerà se la regione meridionale del Sudan diventerà o meno indipendente dal Nord. Gli esperti hanno paura che l’instabilità nella corsa al referendum o nel periodo immediatamente successivo possa riaccendere la guerra civile e causare massicci abusi dei diritti umani, se gli sforzi internazionali non saranno intensificati nell’intento di trovare un valido percorso alla pace nei prossimi dodici mesi.

Roma, 8 novembre 2010

venerdì, gennaio 01, 2010

Guerriglieri del Lord's Resistence Army in Sudan sostenuti da Khartoum?

Khartoum, dopo i janjaweed, sosterrebbe anche le milizie del Lord's Resistence Army, colpevoli di violenze e massacri nell'Africa centrale. Il Generale Kuol Diem Kuol, portavoce dello SPLA, afferma che, in seguito ad alcuni scontri tra l'esercito sud sudanese e guerriglieri dello LRA, il 19 Dicembre scorso, i soldati avrebbero, infatti, rinvenuto razioni di cibo dei guerriglieri ugandesi di indubbia provenienza dal Nord Sudan, come il Dak.

Secondo il portavoce, è probabile che i guerriglieri dello LRA vogliano ricostitursi ed organizzarsi per rientrare in Sud Sudan in corrispondenza del referendum del 2011 sull’indipendeza della regione da Khartoum.

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