Il blog di Italians for Darfur

giovedì, settembre 29, 2011

Consegnate le firme dell'appello per Francesco Azzarà. Speranze dall'Ambasciata: sta bene, presto sarà libero.

Italians for Darfur oggi ha consegnato le prime 1300 firme raccolte per chiedere un maggiore impegno delle istituzioni sudanesi per la liberazione di Francesco Azzarà, sequestrato il 14 agosto scorso a Nyala.

Volevamo fornire un contributo di visibilità alla vicenda di Francesco con la raccolta di queste firme e non abbiamo esitato a mobilitare i nostri contatti in Sudan affinché ci fosse un maggiore coinvolgimento delle autorità di Khartoum e delle rappresentanze sudanesi in Italia. Abbiamo chiesto che l'impegno profuso fosse ancora più intenso di quanto finora garantito.

Forti del riconoscimento ottenuto nelle ultime missioni in Sudan, tale da accordarci l'autorizzazione ad operare in partnership con le associazioni locali per progetti umanitari in Darfur, e del confronto da sempre costruttivo con l'ambasciata sudanese in Italia, abbiamo ottenuto un sostanziale appoggio alla nostra iniziativa che speriamo dia a breve i frutti sperati. Siamo consapevoli che solo l'interesse delle autorità sudanesi, oltre che della Farnesina, possa garantire la migliore delle conclusioni per il sequestro. Ed è per questo che, nonostante le nostre perplessità sugli avvenimenti delle ultime settimane in Sudan, non abbiamo esitato un attimo a esporci per Francesco al quale auguriamo di tornare al più presto dalla sua famiglia.

Grazie a tutti voi per il sostegno e la sensibilità che dimostrate ogni volta nei confronti dei temi che portiamo alla vostra attenzione.

Con affetto,

Antonella Napoli,
presidente di Italians for Darfur

domenica, settembre 25, 2011

Dai satelliti arriva la conferma dell'ammassamento di truppe nel Blue Nile


Sono ancora le foto satellitari a denunciare l'ammassamento di truppe e artiglieria delle forze sudanesi nel territorio del Nilo azzurro. Il Satellite Sentinel Project di Washington (SSP)ha immortalato oltre 3000 militari, carri armati, artiglieria movibile e veicoli da combattimento e da trasporto a 64 chilometri da Kurmuk. Presenti, probabilmente, anche elicotteri da guerra di supporto alle eventuali prossime operazioni.
Recentemente, prima degli scontri scoppiati ad Abyei, Sud Sudan, Google svelò gli ammassamenti delle truppe di Khartoum intorno alla città.
La proposta di una no-fly zone da parte dei ribelli, che avrebbe apparentemente il placet delle Nazioni Unite, non è invece ben vista dagli Stati Uniti, che ritengono possa peggiorare la gravità degli scontri a terra nella regione.

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martedì, settembre 13, 2011

Precipita la crisi nella regione del Blue Nile, al via campagna militare sudanese.

Il Parlamento sudanese ha votato ieri l'estensione dello stato di emergenza lungo i confini della regione e ha dato il via a una nuova campagna militare contro i combattenti del Sudan People Liberation Movement del Nord (SPLM-N), lo stesso che combatte anche in Sud Kordofan.
Il territorio, lungo i confini del nuovo stato del Sud Sudan, ospita, inoltre, migliaia di civili e combattenti che si erano schierati contro Khartoum nella guerra civile durata un decennio tra Nord e Sud del Sudan.

Approfondisci: Sudan: New War Zone

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lunedì, settembre 12, 2011

Appello di Italians for Darfur alle istituzioni e alle rappresentanze sudanesi in Italia per la liberazione di Francesco Azzarà

L'operatore di Emergency in Darfur, Francesco Azzarà, è prigioniero di ignoti sequestratori dal 14 agosto scorso.
Da allora non trapelano notizie sostanziali, il che sembrerebbe confermare la natura anomala del sequestro, come aveva subito denunciato la nostra associazione, Italians for Darfur Onlus.

Nonostante l'impegno della Farnesina, appare determinante il pieno coinvolgimento delle istituzioni di Khartoum e delle rappresentanze sudanesi in Italia.

Per questo, forti del riconoscimento ottenuto nelle ultime missioni in Sudan, a Khartoum come a Nyala, tale da accordarci l'autorizzazione ad operare in partnership con le associazioni locali per progetti umanitari in Darfur, e del confronto da sempre costruttivo con l'ambasciata sudanese in Italia, lanciamo un appello al governo sudanese e alle rappresentanze politiche e della società civile sudanese in Italia, affinchè si adoperino pienamente quali intermediari con il loro Paese per la liberazione di Francesco Azzarà.

E' indubbio che solo attraverso il loro pieno coinvolgimento, il sequestro dell'operatore trentaquattrenne di Emergency possa giungere alla migliore delle conclusioni.

(le firme raccolte saranno consegnate alle rappresentanze ufficiali sudanesi in Italia).

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sabato, settembre 10, 2011

Scontri nel Jebel Marra. SLM: uccisi 33 militari, non era un blitz

Non era un'azione per liberare ostaggi, tra cui l'operatore di Emergency, ma un attacco ai ribelli
Uno scontro tra ribelli e forze armate sudanesi nell’area del Jebel Marra in Darfur ha causato la morte di 33 militari e il ferimento di altri 49. Le prime notizie parlavano di un blitz per liberare tre ostaggi tra cui l'operatore italiano di Emergency, Francesco Azzarà, rapito lo scorso 14 agosto e per il quale l'associazione di Gino Strada ha già lanciato, insieme alla famiglia del ragazzo, diversi appelli per la liberazione. Ma la presenza del giovane volontario è stata smentita dal portavoce della polizia locale, Ahmed al-Tughani, il quale ha affermato che i sequestratori apparterrebbero a "un gruppo di banditi e non ribelli.
Diversa la ricostruzione del Sudan Liberation moveent guidato da Abdel Wahid al-Nur.
Secondo il generale Nimer Abdel-Rahman le truppe dell'esercito sudanese, arrivati a bordo di 43 veicoli, hanno attaccato la loro postazione a Tourain Taora vicino Kaas, nel Darfur meridionale. Loro avrebbero reagito all’attacco respingendolo e causando numerose vittime nelle fila filogovernative. Quella dell’azione paramilitare per salvare degli ostaggi sarebbe una “scusa per giustificare la loro sconfitta, non abbiamo alcun ostaggio e questa non è la nostra politica” come ha sottolineato Rahman.

lunedì, settembre 05, 2011

Anche il Nilo Blu a fuoco e fiamme, decine di migliaia i fuggitivi.

Decine di migliaia di persone stanno abbandonando la regione del Blue Nile nel Nord del Sudan, a seguito dei pesanti scontri degli ultimi giorni tra governativi e gruppi ribelli del Nord riconducibili al Sudan People Liberation Army.
La città di Damazin, epicentro dei combattimenti, si presenta ormai quasi disabitata, in uno scenario spettrale.
Scontri a fuoco anche in Sud Kordofan, dove il fronteggiamento tra le milizie armate non ha tregua.

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