Il blog di Italians for Darfur

lunedì, dicembre 26, 2011

Il JEM conferma la morte del leader, Khalil Ibrahim Mohammed

Khalil Ibrahim, leader del maggiore movimento ribelle del Darfur, che solo pochi giorni prima aveva annunciato un nuovo attacco imminente alla capitale sudanese dopo quello del 2008, è stato ucciso dalle forze armate sudanesi. La notizia, dapprima diramata il 25 dicembre da Khartoum, è stata oggi confermata dal JEM, che piange la scomparsa del medico cinquantaquattrenne, morto-secondo la versione dei ribelli-in un bombardamento aereo il 23 dicembre alle 3.00 del mattino. 

Ideologicamente legato al leader del Fronte Nazionale Islamico, Hassan al Turabi, Ibrahim svoltò verso una netta opposizione al regime con la pubblicazione dello storico Black Book nel 2000, nel quale venivano descritte ampiamente le discriminazioni dell' élite araba al governo verso la maggioranza della popolazione sudanese, di origine africana. Il suo tentativo di unificare i movimenti ribelli non ha però mai avuto successo, a causa delle divisioni interne al fronte ribelle, ma anche al suo orientamento islamista. Il mese scorso, tuttavia, aveva siglato un accordo con il Sudan People Liberation Movement del Sud Sudan per formare un fronte unico nazionale di opposizione al regime di Khartoum.
Nel 2008 attaccò la capitale, prima volta dei movimenti ribelli sudanesi. Lasciò sul campo 200 tra soldati e civili, ma aprì la strada a nuove trattative di pace per il Darfur con i gruppi ribelli minori, sebbene di esito incerto.
Sostenuto dal Chad, dove il Jem aveva il campo base, e da Gheddafi, Khalil Ibrahim perse prima il sostegno del Chad e poi quello del leader libico, destituito dai rivoltosi. La sua uccisione è il triste epilogo di una storia di sogni, ribellione e armi, molte armi. 

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domenica, dicembre 25, 2011

Ucciso Khalil Ibrahim, leader del Jem

Uno dei leader del fronte ribelle del Darfur, Khalil Ibrahim, e' stato ucciso ieri dall'esercito sudanese. La notizia è stata diffusa dall'agenzia di stampa officiale Suna.
Il fondatore del Jem (Justice and equality movement) avebbe perso la vita nel corso di violenti combattimenti ad ovest di Wad Banda, vicino la frontiera col Nord Darfur, ma al momento la notizia non è stata confermata dai ribelli, né da fonti non governative.
Avendo conosciuto personalmente Khalil Ibrahim, la notizia della sua morte mi addolora particolarmente. Non era la belva sanguinaria che il regime di Bashir voleva far credere fosse. Certo anche lui con i suoi uomini si è sporcato le mani di sangue in questa sporca guerra che si combatte da oltre otto anni, coinvolgendo spesso bambini e ragazzini indifesi. Ma, almeno, combatteva per un sogno: la libertà e la fiustizia per la sua gente.
Addio Khalil...

Buon Natale / Felice anno nuovo!

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Buon Natale
Feliz Navidad
Merry Crhistmas
Idah Sidan Wa Sabah Jadidah
Joyeux Noel - Fröhliche Weihnachten
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Felice anno nuovo - Happy new year - Bonne année

sabato, dicembre 24, 2011

APPELLO CONTRO LA PENA DI MORTE

Vi ricordiamo che abbiamo tempo fino al 17 gennaio per sottoscrivere l'appello alle istituzioni sudanesi contro la pena di morte in Sudan. Anche di questo si parlerà il 27 Dicembre al Teatro San Genesio a Roma, ore 21.00, tra calde note musicali, per non dimenticare.


Scrivi un tuo messaggio personale, in Italiano, Inglese o Arabo, al seguente indirizzo: info@italiansfordarfur.it oppure copia e incolla il seguente testo e invialo a info@italiansfordarfur.it , oggetto ''APPELLO''entro il 10 gennaio.

Provvederemo noi stessi a inviare il tuo testo, con la tua firma, (tramite fax o posta) all'Ufficio del Presidente del Sudan, al Ministero della Giustizia e al Ministro degli Interni sudanesi.


Aggiungi la tua voce: APPELLO CONTRO LA PENA DI MORTE

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lunedì, dicembre 19, 2011

Ibrahim Gambari si insedia a capo della Commissione Congiunta per la Pace in Darfur.

Ieri 18 dicembre è stata formalizzata la nascita della Joint Commission (JC), che dovrebbe vigilare sull'effettiva attuazione del cessate-il-fuoco permanente e assicurare nuove misure di sicurezza, secondo quanto previsto dal "Documento per la Pace in Darfur" (DDPD) siglato a Doha tra gruppi di ribelli e il governo di Khartoum.
La commissione ne affiancherà un'altra, sempre sul cessate il fuoco, combinando la propria attività di supervisione a quella di forum politico tra le parti coinvolte (GOS e LJM). 
Ibrahim Gambari, rappresentante speciale dell'UNAMID, verrà accompagnato da un rappresentate dello Stato del Qatar, dove per due anni si sono svolte le trattative, della Lega Araba e dell'Unione Europea, nonchè osservatori cinesi, canadesi e norvegesi.

Secondo il rapporto presentato all'insediamento della commissione, nonostante permangano condizioni di palese insicurezza, si è registrata una notevole diminuzione degli scontri tra forze governative e forze ribelli non firmatarie dell'accordo.
Non è la prima volta che abbiamo assistito all'insediamento di nuove strutture di controllo e sviluppo della sicurezza in Darfur.
Si rileva, intorno a crisi umanitarie di immane tragedia, un grande dispendio di forze e risorse, che sembrano però, difficilmente, giungere ad atti risolutivi e pacificatori. 
Un percorso difficile, ma anche tanti interessi in gioco. 

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venerdì, dicembre 16, 2011

Francesco Azzarà è libero!

Esultiamo per la liberazione di Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency sequestrato il 14 agosto scorso a Nyala. Esultanza che segue il nostro impegno per tenere alta l'attenzione sull'intera vicenda in questi mesi.
Per non dimenticare le vittime della crisi in Darfur, vi aspettiamo giovedì 27 dicembre, ore 21.00 al Teatro san Genesio a Roma, Italians for Darfur al "Concerto per il Darfur, per non dimenticare".

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mercoledì, dicembre 14, 2011

Dal Darfur, restiamo umani

Ciao a tutti,
il mio nome è Paola. Da adesso e per i prossimi mesi leggerete i miei post in diretta (per quel che potrò..condizioni e agevolazioni permettendo) dal Darfur. Tra qualche settimana i miei piedi solcheranno questa terra martoriata e devastata dall'inumano agire quotidiano di barbarie e atrocità. Starò in Darfur, in particolare nel campo per sfollati interni (IDPs è la sigla che userò per identificarli nei miei post) dal nome ZamZam Camp situato a circa 15 chilometri da El Fashir, capitale del Nord Darfur. Il mio compito sarà fornire assistenza quotidiana alle vittime più indifese di questa tragedia umanitaria che prende il nome Darfur: i bambini. Non posso ancora raccontarvi nulla del Darfur in quanto sono ancora in Italia, ma a breve il capitolo si aprirà.
Intanto, poichè credo che le tragedie dimenticate sono tante e troppe, inizio col lasciarvi una testimonianza seppur breve che viene da un altro luogo del mondo dove sono stata di recente e dove ho appreso con triste violenza di quel che si consuma ogni giorno tra quegli ulivi: vi parlo della Striscia di Gaza.
Dopo che la polvere di Mubarak è stata apparentemente spezzata via dal vento della rivoluzione egiziana, si è palesata una qualche possibilità di entrare a Gaza tramite il Valico di Rafah; e così è stato...dopo anni di desideri e di voglia d guardare negli occhi quelle anime di cui leggevo dolore e disperazione, ce l'ho fatta e sono entrata a Gaza. Inutile dirvi che è stata una gioia e una commozione inenarrabile riuscire a solcare quella terra devastata dai crateri che Piombo Fuso ha lasciato e che l'occupazione militare quotidiana continuano a strangolare. Ma la gente di Gaza resiste ogni giorno. La loro sopravvivenza è faccia della stessa medaglia della loro battaglia quotidiana: i contadini provano con tutte le loro forze, a dispetto dei cecchini, a coltivare le loro terre nell'inferno della buffer zone; i pescatori continuano, a dispetto della marina militare israeliana che sperona le loro navi a raccogliere i frutti che quel mare buono continua a dargli. Le donne continuano a mettere al mondo e crescere i loro figli, unica arma a disposizione per urlare che Gaza e la Palestina tutta esiste e continua e continuerà a resistere.
A Gaza tutto ha un altro odore, un altro sapore, un altro colore... la luna a Gaza è più bella e più grande. La luna è la compagna delle notti insonni che i bombardamenti rendono atroci. Le luci delle bombe vorrebbero offuscare quella luna, ma non ci riescono, lei è sempre là più luminosa e più bella che mai. A Gaza la spiaggia è una distesa di sabbia bianca inumidita da quelle onde leggere di quel mare che lascia un odore che ti riempie le narici e che ti si appiccica addosso. I veli delle donne salutano il cielo al tramonto e ridipingono i volti dei fratelli e dei compagni che ogni giorno vengono assassinati ingiustamente, figli di crudeli atrocità.
La lotta per una Palestina libera è una lotta che lega a doppio filo tutte le lotte del pianeta. Il Darfur e la sua gente camminano a braccetto con la Palestina. La mia voce e i miei racconti proveranno a dar voce a chi non ne ha tanta da poter urlare la propria disperazione a farla arrivare fin qui dalle tende in cui sono costretti a restare. Il campo è una grande prigione dove le radici, le famiglie, il senso di comunità fanno fatica a restare in piedi, predomina la violenza che ogni giorno continua a consumarsi. In Darfur, credo, che gli occhi al mattino si aprono dopo aver temuto per una lunga notte..dopo che la paura del buio, degli spari, dei fucili, del fuoco, delle violenze, delle urla, dei massacri, lasciano spazio ad un pò di luce che sembra solo una lampada al neon che il secondino di turno accende al prigioniero chiuso in isolamento. Il campo è un grande assembramento di anime isolate dalle loro radici, comunità, affetti, trame quotidiane di una vita vissuta per alcuni e ancora abbondantemente da vivere per molti altri e altre.
Sto solo lentamente immaginando lo scenario a cui i miei occhi dovranno abituarsi.
A presto... e in ricordo di Vittorio, ucciso a Gaza, ho deciso di intitolare i miei post Dal Darfur, restiamo umani... perchè dovunque e comunque rimanere umani è l'unica arma per combattere tutte le guerre e tutte le atrocità.

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giovedì, dicembre 08, 2011

Aggiornamento appello contro la pena di morte: salvi tre bambini-soldato, ora nuova e-action per salvare altri sette condannati.

Gentili sostenitori e sostenitrici di Italians for Darfur Onlus,

A questo indirizzo, il nuovo bollettino di aggiornamento dell'appello per i minori del Darfur, promosso pochi mesi fa da Italians for Darfur: tre su quattro minori sono stati salvati dalla pena di morte, grazie al clamore mediatico suscitato dal vostro sostegno all'iniziativa (oltre 20.000 sottoscrizioni in pochi giorni).
Altre sette persone stanno per essere condannate a morte, abbiamo tempo fino al 17 gennaio per inviare il nostro messaggio contro la pena di morte. Grazie a chi vorrà sostenerci, anche scaricando e diffondendo il nuovo bollettino di informazione a questo indirizzo.

Il silenzio è la peggiore condanna per chi ha conosciuto il fragore assordante delle bombe.

Il Darfur, in Italia, non sembra interessare quasi nessuno. Senza di noi, non abbiamo dubbi, gli oltre 2 milioni di sfollati, che ancora vivono nei campi profughi in condizioni inumane, non avrebbero, in Italia, alcuna voce.
Lo si capisce dal ridotto numero di notizie che vengono diffuse, da quanto difficile sia trovare spazio e autorizzazioni per eventi e manifestazioni pubbliche, dalla diffidenza di chi ignora ancora cosa sia il Darfur. Ricerche del settore hanno sancito il ruolo fondamentale della associazione Italians for Darfur nel campo della informazione italiana in difesa dei diritti umani in Sudan; iniziative locali e internazionali sono state portate avanti con successo, collaborazioni con associazioni di darfuri e rifugiati hanno permesso di portare a conoscenza del grande pubblico problematiche e iniziative altrimenti ignorate, sostenendole ove possibile con le donazioni che in questi anni siamo riusciti a raccogliere, seppur con grande difficoltà.

Siamo unici, in Italia, a portare avanti campagne di lobbying e advocacy per il Sudan, e in particolare per il Darfur.

In un momento in cui l'attenzione pubblica è rivolta altrove, oggi più che mai, noi vi chiediamo un piccolo contributo, affinchè le voci dei rifugiati in Italia e dei profughi in Sudan non rimangano inascoltate.
Solo insieme possiamo tenere alta l'attenzione su un dramma che sembra non avere fine.

PS: Leggi qui la brochure della "Campagna Soci 2012" e scegli un regalo solidale. Vi preghiamo di leggerla e inoltrarla alle vostre conoscenze, oppure accedete al nostro sito http://www.italiansfordarfur.it.

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mercoledì, dicembre 07, 2011

Video campagna internazionale per il Darfur

Venerdì, la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato d'arresto internazionale per il Ministro della Difesa sudanese, Abdelrahim Mohammed Hussein per crimini contro l'umanità e crimini di guerra perpetuati in Darfur. 


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lunedì, dicembre 05, 2011

L'Egitto al centro del mercato di organi. Centinaia i profughi del Darfur vittime del traffico illegale, nel loro passaggio verso Israele.

Nonostante una nuova legge entrata in vigore l'estate scorsa, atta al contrasto del traffico illegale di organi umani in Egitto, la regione del Sinai continua ad essere una trappola mortale per i profughi del Darfur in fuga verso Israele, terra promessa per molti di loro.
Per i clandestini che attraversano l'Egitto, oltre ai colpi di arma da fuoco delle guardie di confine egiziane, c'è, infatti, il pericolo di trafficanti di esseri umani e dal bisturi facile.
Oltre 1500 trapianti all'anno sarebbero illegali, secondo stime approssimative, e non tutti proverrebbero dalla vendita di disperati in cerca di un pò di respiro.

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