Il blog di Italians for Darfur

giovedì, settembre 27, 2012

Sondaggio - comunicazione attiva


martedì, settembre 25, 2012

Aggressione in via dei Volsci contro i rifugiati

Coltelli e minacce per fermarci, ma il ‘Centro Darfur’ non chiuderà

Un venerdì sera speciale, l’animo rallegrato da un punto di arrivo importante e da lungo tempo perseguito: l’apertura di un centro culturale dedicato al Darfur. Insieme ai rifugiati e ai proprietari del locale ceduto a titolo gratuito in via dei Volsci, storica realtà di San Lorenzo, avevamo lavorato sodo per quella serata. Mai avremmo creduto che proprio lì, nel cuore di uno dei quartieri più ‘rossi’ di Roma, potessero verificarsi atti di razzismo e tentativi di intimidazione contro un’iniziativa sociale come la nostra.
E’ invece è successo.
Dal 32, centro sociale marcatamente di sinistra, è partita una vera e propria aggressione di stampo xenofobo. Sono spuntati coltelli, enormi e acuminate pietre, e sono piovuti pesanti insulti razzisti e minacce sui sudanesi presenti.
Un indegno sfondo per un evento solidale che, in una zona degradata a causa di un esteso spaccio di droga, ha il potenziale per riqualificarla e arricchirla.
L’inaugurazione del primo centro culturale gestito da profughi del Darfur e il vernissage di una mostra fotografica, seguito da un aperitivo e da un concerto, sono stati osteggiati da un gruppetto di delinquenti che hanno visto come una minaccia una serata all'insegna della solidarietà, dell’arte per dar vita a un progetto unico che ha il sostegno della Commissione Diritti Umani del Senato e il patrocinio del III municipio.
Il motivo di tanto astio degli aggressori, con i quali io stessa - in qualità di presidente di Italians for Darfur - ho cercato di parlare per placare gli animi a dispetto del coltello impugnato dal mio interlocutore, non era ben chiaro.
Ma un’idea, tutti quelli che sono stati testimoni dell’episodio, l’hanno maturata.
La presenza degli amici darfuriani, e delle associazioni come la nostra e come l’Arci che li supportano, è vista come un’intrusione, un’interferenza nei loro ‘affari’, una presenza che possa compromettere i giri loschi della zona.
Ebbene, se così fosse è necessario far capire che le intimidazioni non ci spaventano. E andare avanti!
Il centro Darfur deve rimanere aperto, deve diventare un punto di riferimento per quei rifugiati che riferimenti non hanno. E’ per questo che ci appelliamo all’UNHCR, al Comune di Roma e a tutte le istituzioni interessate affinché ‘adottino’ questa iniziativa e la sostengano affinché possa proseguire e crescere.
Tutto ciò con la speranza che, almeno questa volta, i media facciano la propria parte e accendino le luci dei riflettori su via dei Volsci.
Da quando la situazione è cambiata, e la strada non è più ‘solo’ un riferimento della sinistra di base, hanno preso il sopravvento personaggi equivoci che dettano legge al ‘32’. I leader storici del centro sociale hanno preso le distanze da questi individui. Ma alle parole non sono seguiti i fatti. I ‘signori’ che venerdì sera, all’arrivo di alcuni sudanesi con la loro macchina per scaricare il materiale del centro culturale, hanno scatenato la rissa e tirato fuori coltelli e pietre, sono ancora in via dei Volsci e girano indisturbati.
E’ per questo che rilancio, e chiedo a tutti voi di farlo, l’appello del proprietario delle mura del locale concesso a titolo gratuito ai rifugiati. Massimo Gaudioso, noto sceneggiatore che ha nel curriculum i film Gomorra e Reality, si è rivolto agli esponenti della sinistra romana chiedendo di farsi carico della questione e di fare in modo che episodi del genere non si ripetano più. Noi andiamo oltre, e lo stesso ‘richiamo’ lo rivolgiamo a tutte le istituzioni e ai media affinché il centro Darfur possa riaprire.
Per dare una speranza ai rifugiati, per dare una speranza a un  quartiere degradato che si sta spegnendo nel silenzio colpevole di tanti.

Antonella Napoli,
presidente di Italians for Darfur

giovedì, settembre 20, 2012

Inaugurazione del centro culturale Darfur

L'iniaiztiva patrocinata dalla Commissione Diritti Umani  e dal III Municipio

Italians for Darfur presenta il centro culturale Darfur, il primo gestito da rifugiati con il contributo e il sostegno dell'associazione capofila della campagna di sensibilizzazione per il Sudan e con il patrocinio del III Municipio e della Commissione Diritti Umani del Senato.
Ad inaugurare il locale, nel cuore di San Lorenzo, venerdì 21 settembre, alle 18, il presidente del III Municipio Dario Marcucci, e la presidente dell'associazione, la giornalista e africanista Antonella Napoli. Durante la serata concerto degli gli Artisti socialmente utili.
Il centro Darfur è il primo aperto a Roma, in via dei Volsci al civico 33, da cui prendeva il nome il precedente locale gestito dalla sceneggiatrice Paola di Salvo che ha messo a disposizione a titolo gratuito la struttura per attività sociali e culturali.
Grazie a questa iniziativa sarà possibile assistere a performance teatrali ed altri eventi artistici, partecipatre a dibattiti e presentazione di libri, ascoltare musica e bere un aperitivo, senza dimenticare il Darfur e le altre crisi ignorate dai media e dall'opinione pubblica.
Lo spazio sarà  gestito da un gruppo di darfuriani da anni rifugiati in Italia.
L'inaugurazione del centro sarà  anche l'occasione della presentazione della campagna "Tutti a scuola", destinata alla raccolta di materiale scolatico da destinare ai bambini ospitati nei campi profughi in Darfur e Ciad.

Roma, 20 settembre 2012

martedì, settembre 18, 2012

Rilasciata Layla, grazie a mobilitazione internazionale.


(ANSA) - ROMA, 18 SET - "Layla Ibrahim Issa Jumul, la ventitreenne condannata a morte in Sudan per lapidazione, è stata rilasciata". E' quanto si legge in una nota di Italians for Darfur che, supportata da GIULIA (il network di Giornaliste italiane unite libere indipendenti), aveva avviato una petizione per chiedere la liberazione della giovane accusata di adulterio raccogliendo oltre 10 mila firme.
La notizia è stata confermata ufficialmente dagli avvocati difensori della giovane donna e dai volontari di Awid - Women's right che hanno supportato Layla e i suoi familiari durante la detenzione.
L'accusa di adulterio, per la quale era stata condannata a morte tramite lapidazione, è stata tramutata in "atti contro la morale pubblica" dalla Corte di Appello del tribunale di Mayo.
"Quello di Layla è il secondo caso di una donna destinata alla pena capitale e poi rilasciata dalle autorità giudiziarie sudanesi - ricorda Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur - pressate dalla mobilitazione internazionale'. Il 3 luglio scorso le porte della prigione di Khartoum si erano aperte per Intisar, 20anni, madre di un bambino di pochi mesi come Layla. (ANSA).

Links:
- "Io sono Layla"
 - GIULIA
- Appello contro la lapidazione

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martedì, settembre 11, 2012

"Io sono Layla. Non uccidermi!" Salva la vita di Layla, perchè ogni donna è Layla.

Partecipa a "Io sono Layla. Non Uccidermi!", la nuova campagna on-line di Italians for Darfur ONLUS e GI.U.LI.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome) per aiutare Layla, donna e madre sudanese condannata a morte, e per chiedere che venga abolito l'art. 146 del Codice Penale Sudanese che prevede la lapidazione per adulterio. 

Scatta una "instant photo", ogni donna è Layla. 

Inviaci le tue foto profilo, verranno raccolte per la campagna "Io sono Layla" (puoi scattare una instant photo con il messaggio "Io sono Layla", usando la tua webcam direttamente dalla pagina per Layla del sito ufficiale; la foto verrà salvata sul server protetto di Italians for Darfur Onlus e trattata nel rispetto dell'art. 13 del D.lgs. n.196/2003 per le finalità istituzionali dell'associazione). Se non lo hai già fatto precedentemente per salvare Intisar, firma ora l'appello on-line! 


Se sei un utente Facebook, inoltre, ti chiediamo di impostare la tua foto con il messaggio "Io sono Layla. Non uccidermi!" come foto del tuo profilo, per ricordare a tutti il tuo impegno contro la lapidazione. 

Salva la vita di layla, perchè ogni donna è Layla. Firma qui 

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mercoledì, settembre 05, 2012

Appello per Layla su SkyTg del 24 Agosto 2012

Collegamento in diretta per parlare della situazione umanitaria in Sudan e rilanciare l'appello per salvare Layla dalla lapidazione.
 
 

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