Il blog di Italians for Darfur

venerdì, marzo 28, 2014

Janjaweed all'attacco in Darfur, Fur e Zagawa nel mirino

Continuiamo a seguire il drammatico ritorno delle milizie armate janjaweed, ora organizzate nelle Forze di Rapido Intervento, già impegnate in sud Kordofan, da metà Febbraio rientrate in Sud Darfur, come denunciato da Italians For Darfur.

Human Rights Watch ha confermato la ripresa delle attività paramilitari in Darfur contro villaggi Fur e Zaghawa: dopo i bombardamenti, le milizie si scagliano su larga scala contro proprietà e civili, causando, solo nelle ultime settimane, molti morti e oltre 45.000 sfollati in Sud Darfur, 200.000 dall'inizio dell'anno tra Jebel Marra e Nord Darfur.

martedì, marzo 18, 2014

Studente ucciso a Khartoum, riprendono le manifestazioni in piazza

Un morto e decine di feriti, questo il bilancio dei nuovi scontri tra forze di sicurezza e studenti a Khartoum. La polizia sudanese anche oggi ha sparato gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione nella Capitale, così come era avvenuto ai funerali del ragazzo ucciso la scorsa settimana, Ali Moussa Idriss, all'Università di Khartoum durante una dimostrazione contro le violenze in Darfur a cui hanno partecipato circa 200 studenti. Da settembre ad oggi, secondo Amnesty International, le forze militari avrebbero ucciso oltre 200 manifestanti, molti dei quali colpiti al petto o alla testa.

sabato, marzo 15, 2014

Nuovi combattimenti in Darfur, il conflitto si estende. Ribelli conquistano Melit

I combattimenti in Darfur non si fermano e si sono estesi ad altre zone del Sudan. Le forze armate sudanesi hanno perso il controllo di molte aree che sono state conquistate dai ribelli dell'Esercito di liberazione del Sudan guidato da Mini Menawi tra cui Melit, città strategica che dista appena 50 chilometri da al Fasher, capoluogo del nord Darfur. Continuano, inoltre, le violazioni dei diritti umani e l'impunità che regna nella regione favorisce il proliferare dei soprusi a cui la missione di peacekeeping dispiegata sul terreno non riesce a porre fine. Le violenze di conseguenza spingono altre persone a compiere altri soprusi. Come fa da anni la nostra associazione anche Amnesty International si rivolge alla comunità internazionale per chiedere di moltiplicare i suoi sforzi, affinché i responsabili dei massacri compiuti in Darfur siano assicurati al più presto alla giustizia. Siamo fermamente convinti che non possa esserci pace senza giustizia, ma alla violenza non si può e non si deve rispondere con la stessa moneta. E' per questo che ci appelliamo ancora una volta ai movimenti armati della ribellione darfuriana affinché depongano le armi e concorrano ad avviare un serio e duraturo processo di pacificazione.

sabato, marzo 08, 2014

Sudan, due italiani bloccati e picchiati in Darfur

Due turisti italiani sono stati attaccati da un gruppo armato nel sud di Nierteti nel Darfur centrale.
Possiamo confermare la notizia diffusa dall'emittente indipendente del Darfur, Radio Dabanga.
Fonti dirette di Unamid hanno confermato al referente di Italians for Darfur a Khartoum che i due uomini, di 33 e 41 anni, erano in viaggio verso il Ciad su una Land Rover. Sono stati bloccati da un gruppo armato sulla strada da Nyala a El Geneina".
Secondo la ricostruzione di testimoni oculari si tratterebbe di milizie filo-governative.
L’episodio è avvenuto poco prima dell’alba, verso le 5 nei pressi di Kubr el Nahal. Entrambi sono stati picchiati e hanno riportato lesioni refertate e curate all'ospedale di Nierteti dove sono stati prelevati dall'Intelligence e
Security Service sudanese (Niss) che li ha trasferiti a Zalingei dove sono stati interrogati.
Non è ben chiaro se i due uomini avessero il permesso di viaggio in Darfur.
Sapendo quanto sia difficoltoso ottenerlo ritengo di no. Ed è questo che sconcerta. In Darfur si va per aiutare le popolazioni locali in difficoltà, per fare cooperazione. Nessuno affronta un viaggio in Darfur con leggerezza. Mi auguro che episodi del genere non si verifichino più.

giovedì, marzo 06, 2014

Hilal, leader storico dei janjaweed, al palazzo di Bashir

Musa Hilal, dal 2003 a capo delle milizie arabe janjaweed, è stato invitato a colloquio dal Presidente sudanese Omar Hassan al Bashir, la settimana scorsa, in un tentativo, questa la versione ufficiale del governo, di estendere i colloqui di pace.
Hilal è anche leader del clan arabo darfuriano Mahameed. Dal 2003, secondo quanto da lui stesso dichiarato, avrebbe reclutato giovani armati nelle fila dei janjaweed per conto del governo.