Il blog di Italians for Darfur

venerdì, maggio 29, 2015

Gruppi ribelli riuniti per la protezione dei bambini in Darfur

Giovedì, i gruppi principali di ribelli del Darfur hanno convenuto sulla necessità di esercitare maggiori sforzi per proteggere i bambini nelle zone di conflitto e di rispettare le norme internazionali esistenti. I leader del Movimento Giustizia ed Uguaglianza (JEM), il Movimento di Liberazione del Sudan-Abdel Wahid al-Nur (SLM/AW) ed il Movimento di Liberazione del Sudan-Minni Minnawi (SLM/MM) si sono impegnati al termine di una riunione tenutasi in Austria, a Stadtschlaining, il 27-28 maggio.

Come parti in conflitto riconosciamo che "abbiamo anche la responsabilità per la protezione dei bambini in Darfur/Sudan. Pertanto, ci impegniamo di continuare a compiere ogni sforzo necessario per impedire ai membri dei nostri movimenti di perpetrare eventuali gravi violazioni contro i bambini".

"Con la presente rinnoviamo il nostro impegno a rispettare gli standard legali internazionali applicabili e le norme, tra cui le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sui Bambini ed i Conflitti Armati".

Alla riunione hanno partecipato i leader dei tre gruppi ribelli Gibril Ibrahim per JEM, Abdel Wahid al-Nur e Minni Minnawi per i gruppi SLM.

L'incontro è stato organizzato dal Centro Studi Austriaco per la Pace e la Risoluzione dei Conflitti (ASPR) in coordinamento con la Missione Congiunta delle Nazioni Unite-Unione Africana per il Darfur (UNAMID) ed il Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i Bambini e i Conflitti Armati (SRSG-CAAC) .

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giovedì, maggio 28, 2015

Avviso di sgombero ai rifugiati del Darfur a Roma



Dieci giorni per lasciare il centro d'accoglienza in cui avevano trovato rifugio dopo la fuga. Non c'è pace per i profughi del Darfur e di altri Paesi africani ospitati in Via Scorticabove a Roma.


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mercoledì, maggio 27, 2015

Giornalisti protestano per la libertà di stampa

Diversi giornalisti appartenenti al Sudanese Journalist Network (SJN) hanno protestato, lo scorso martedì, davanti al Consiglio Nazionale per la Stampa e Pubblicazione (NCPP) contro la repressione sulla stampa dell'Intelligence Nazionale ed i Servizi di Sicurezza (NISS). Lunedi, la NISS ha sequestrato materiale di 10 testate di giornali e ne ha sospese 4 di esse a tempo indeterminato senza fornire una motivazione.

Il giornale pro-Governo Sudan Journalists Union (SJU) ha condannato la mossa, descrivendola come uno sfortunato evento che ha riportato indietro al 16 febbraio quando era stato sequestrato del materiale di 14 giornali.

I giornalisti del SJN hanno presentato una nota al Presidente appena nominato dell'NCPP, Fadl Allah Mohamed, ed al Segretario Generale, Hisham Abbas Mohamed, descrivendo frequente il sequestro di materiale senza ragione violando chiaramente la Costituzione provvisoria del 2005.

Il memo ha detto che il Potere Esecutivo impone un controllo assoluto sui mezzi di comunicazione e sulla libertà di stampa e di espressione, aggiungendo che la stampa sudanese sta assistendo la peggiore fase della sua storia a causa della sicurezza serrata, la persecuzione di giornalisti e il deterioramento delle condizioni economiche dei giornali.

http://www.sudantribune.com/spip.php?article55115

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martedì, maggio 26, 2015

Le forze d'opposizione discutono un piano d'azione comune

Il leader del Movimento Giustizia e Uguaglianza (JEM), Gibril Ibrahim, ha rivelato che le forze d'opposizione "Sudan Call" si dovrebbero incontrare nelle prossime settimane per sviluppare una strategia di azione comune. Ibrahim ha detto che "le iniziative per la pace sono state interrotte in seguito al rifiuto di Khartoum di partecipare alla riunione di pre-dialogo richiesta dalla mediazione Africana". Ha aggiunto che "questo rifiuto ha rafforzato la sensazione che il Governo non è intenzionato a raggiungere una soluzione pacifica". 

Il Partito del Congresso Nazionale del Sudan (NCP) ha rifiutato di partecipare a una riunione ad Addis Abeba dello scorso marzo per discutere le questioni relative al processo di dialogo nazionale e le sue procedure.

Al momento, Khartoum ha detto che "la squadra di mediazione del Pannello di Implementazione ad Alto Livello dell'Unione Africana (AUHIP) non è coordinata con il Governo su chi avrebbe partecipato alla riunione". Ha, inoltre, affermato che "si sarebbero svolte in un momento particolare a causa delle elezioni che si sono svolte nel mese di aprile".

lunedì, maggio 25, 2015

Al Bashir invitato dal Sudafrica per meeting dell'UA: rischia di essere arrestato?

Il Governo sudafricano ha invitato il Presidente del Sudan, Omar Hassan al Bashir, a partecipare al summit dell'Unione africana (UA) a Sandton (Sudafrica) all'inizio del mese prossimo. Questo invito è stato inviato nonostante Bashir sia un latitante per crimini di guerra secondo la Corte Penale Internazionale (CPI).

Fonti ufficiali sudafricane hanno confermato che è stato consegnato un invito ad al Bashir così come a tutti i Capi di Stato dei Paesi membri dell'UA.  Ma in qualità di membro fondatore della CPI, il Sudafrica ha l'obbligo di cooperare con la Corte per assicurare alla giustizia gli incriminati. 

Quindi, se al Bashir dovesse andare in Sud Africa dovrebbe essere arrestato. Il procuratore della CPI ha incriminato al Bashir nel 2009 e nel 2010 per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e il genocidio commessi dalle forze sotto il suo comando nella regione occidentale del Sudan del Darfur.



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venerdì, maggio 22, 2015

Esperto dei diritti umani dell'ONU chiede nuove misure al Sudan

L'esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Sudan, Aristide Nononsi, ha espresso preoccupazione per lo stato della libertà di stampa e religiosa nel Paese ed ha esortato il Governo a revocare l'immunità di cui godono i responsabili di gravi crimini.

Nononsi ha, anche, chiesto di liberare i detenuti o portarli in giudizio ed ha promesso di lavorare con il Governo offrendo consigli per migliorare la situazione -agendo in piena trasparenza e indipendenza.

Giovedì scorso, l'esperto indipendente ha concluso la sua prima visita ufficiale in Sudan da quando ha assunto il ruolo di monitoraggio dei diritti umani in Darfur e si è incontrato con i funzionari del Governo, le organizzazioni nazionali, i gruppi per i diritti umani e degli organi giudiziari.

L'esperto ha sottolineato che la chiave per la risoluzione delle controversie in corso e il miglioramento della situazione dei diritti umani è fornire un contesto favorevole attraverso l'interazione politica tra tutte le parti e porre fine all'impunità per i trasgressori dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario.

L'esperto indipendente ha esortato il Governo di rispettare i diritti politici e le libertà enunciate nella Costituzione di transizione e di consentire al popolo sudanese di esercitare i propri diritti liberamente. 

http://www.sudantribune.com/spip.php?article55052

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giovedì, maggio 21, 2015

L'Irlanda continua il suo sostegno economico alla popolazione del Sudan

Il Governo irlandese ha depositato 1,6 milioni di dollari al Fondo Comune Umanitario del Sudan 2015 (CHF) dopo aver contribuito con 36,9 milioni di dollari dal 2006 per aiutare ad affrontare le crescenti esigenze umanitarie in Sudan.

Il Ministro di Stato irlandese per lo Sviluppo, la Promozione del Commercio e della Cooperazione Nord-Sud, Seán Sherlock, ha detto che il suo Paese è un sostenitore di lunga data del CHF, notando che la prospettiva umanitaria per il popolo del Sudan resta grave per l'anno a venire.

Ha aggiunto che il sostegno dell'Irlanda è stato utilizzato lo scorso anno per aiutare le agenzie delle Nazioni Unite e le Organizzazioni Non Governative (ONG) fornendo materiali per ripari d'emergenza, sementi, attrezzi e oggetti per le comunità vulnerabili, le famiglie e gli individui in Sudan. Per l'assegnazione del primo turno 2015, circa il 91% dei fondi sarà distribuito alle ONG internazionali e nazionali.

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mercoledì, maggio 20, 2015

Studenti del Darfur presi di mira dalle violenze etniche

Questo mese, un ostello femminile per universitari -per lo più abitanti del Darfur- è stato incendiato senza causa apparente. L'Intelligence Nazionale ed il Servizio di Sicurezza (NISS), un ente governativo sotto la direzione del partito al Governo, ha fatto irruzione in alcune case in cerca di studenti universitari del Darfur, picchiando ed arrestando gli studenti ed i loro parenti. A partire dal 7 maggio, oltre 200 studenti del Darfur e loro parenti sono stati arrestati con la forza: molti rimangono in carcere dove ci sono state segnalazioni di abusi fisici e sessuali. Secondo le fonti sul campo, un membro dell'Unione degli Studenti del Darfur è stata violentata in carcere .

"Il regime è disperato; i bersagli per motivi razziali si stanno aggravando", ha detto Ahmed Hussain Adam, uno Studente in Visita presso l'Istituto Universitario di Cornell per lo Sviluppo dell'Africa. "Il Governo sta gettando le basi e creando un ambiente di paura, odio e razzismo nelle università. Gli studenti del Darfur stanno vivendo una campagna sanguinosa senza precedenti di stampo razzista da parte delle milizie dell'ala studentesca del partito di Governo, oltre che dal  NISS", ha poi concluso lo studente.

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martedì, maggio 19, 2015

Il Governo appoggia la condanna a morte del Presidente egiziano Morsi

Il Governo sudanese ha definito la decisione di un tribunale egiziano di condannare il presidente deposto Mohamed Morsi alla pena di morte, come un "affare interno". Sabato scorso, un tribunale de Il Cairo ha condannato a morte Morsi insieme a 105 coimputati con l'accusa di aver partecipato ad un'evasione di massa durante la Primavera Araba del gennaio 2011 in Egitto che rovesciò l'allora presidente Hosni Mubarak.

Il portavoce del ministero degli Esteri sudanese, Ali al-Sadig, ha detto alla stampa che "i processi in corso in Egitto sono una questione interna e il Governo [sudanese] non interferisce negli affari interni di altri Paesi".

La reazione del Governo è in netto contrasto con quella dell'opposizione del Partito del Congresso Popolare (PCP), guidato da Hassan al-Turabi, che ha denunciato la decisione della Corte ed ha avvertito che l'Egitto potrebbe vivere un forte conflitto interno se fossero condannati a morte (definitivamente) Morsi e dei suoi compagni.

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lunedì, maggio 18, 2015

Buone notizie per internet in Sudan: e per il Darfur?

Il Ministro sudanese delle Scienze e delle Telecomunicazioni, Tahani Abdullah, ha annunciato che le aziende di telecomunicazioni del Paese lanceranno un servizio di Quarta Generazione (4G) wireless nei prossimi tre mesi. Tuttavia il Ministro non ha fornito dettagli sulla copertura e se questo servizio sarà fornito da tutti i vettori.
L'aggiornamento 4G cercherà di fornire soluzioni complete e sicure, attraverso servizi streaming multimediali, di voce e di dati, agli utenti sulla base del concetto di "anytime, anywhere" e ad una velocità molto più elevata di quanto non sia attualmente disponibile.
Gli utenti di Internet in Sudan si lamentano spesso per le velocità mediocri -in particolare negli ultimi mesi- nonostante il costo relativamente alto dell'abbonamento a pagamento fornito dai quattro gestori di Telecom. "L'intero Sudan sarà coperto da Internet attraverso l'E-government ed altri servizi. Il settore delle telecomunicazioni contribuirà al reddito nazionale del 10%", ha detto Abdullah. "Il Sudan si trasformerà in un mondo intelligente", ha aggiunto.

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sabato, maggio 16, 2015

Sudan: l'Italia si mobilita nelle ultime ore

Ad un anno dalla vicenda di Meriam Ibrahim, cristiana all'ottavo mese di gravidanza e madre di un bambino di 20 mesi condannata a morte in Sudan per apostasia e poi liberata sull'onda di una mobilitazione internazionale, due pastori evangelici rischiano la pena capitale per motivi religiosi. L'11 gennaio 2015 il reverendo Peter Yein Reith, pastore della Chiesa evangelica presbiteriana, è stato arrestato mentre stava tornando a casa da una riunione di preghiera. Alle ripetute richieste del motivo dell'arresto rivolte dalla moglie di Reith al Servizio nazionale d'intelligence e sicurezza, un funzionario aveva solo confermato che il pastore era in carcere e che lo stavano ancora interrogando.

Le incursioni della polizia. In precedenza, il 21 dicembre 2014, dopo il culto domenicale, funzionari del Niss avevano arrestato un altro pastore presbiteriano, Yat Michael, che si trovava a Khartoum con la famiglia per sottoporre i figli a controlli medici e per far visita alla congregazione della Sudan presbyterian evangelical church. Da alcune settimane il complesso che ospita la chiesa evangelica subiva incursioni della polizia che, sulla base all'articolo 77 della legge del 1991 sull'ordine pubblico, ha arrestato trentotto membri della congregazione che il 2 dicembre 2014 avevano tentato di impedire la demolizione di parte degli edifici di cui è composto. Alcuni dei fedeli sono stati giudicati, multati e rilasciati la notte stessa del fermo insieme ad altri cinque uomini di chiesa che erano stati arrestati il mese prima.

L'interrogazione parlamentare di Luigi Manconi. Entrambi i pastori, accusati di otto capi di imputazione per i quali è prevista la pena capitale o l'ergastolo, sono tenuti in custodia senza alcuna garanzia del rispetto dei propri diritti, come denunciato da Kate Allen, direttrice di Amnesty Internetional UK, che ha dichiarato: "Più lungo sarà il loro tempo di reclusione, più alto è il rischio che subiscano torture". I due casi, seguiti dallo stesso avvocato della giovane sudanese, Mohaned Mustafa Alnour e da Italians for Darfur, sono al centro di un'interrogazione del senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Paolo Gentiloni.

La tutela delle minoranze religiose. Manconi attraverso l'interrogazione chiede alla Farnesina se l'ambasciatore a Khartoum sia a conoscenza della vicenda, se abbia notizie in merito alle condizioni dei due pastori e se siano stati rispettati i loro diritti. Il senatore inoltre ha chiesto al Governo, in considerazione dei buoni rapporti esistenti con il Sudan, di sollecitare l'esecutivo sudanese sulla questione della tutela delle minoranze religiose, in particolare quelle cristiane, intraprendendo azioni concrete affinché sia rispettata la Costituzione, che garantisce la libertà di culto in contrasto con quanto previsto dalla Sharia. Infine, si legge nell'interrogazione, "si chiede al Governo se non ritenga opportuno promuovere, in collaborazione con l'Unione europea, iniziative di cooperazione a sostegno delle minoranze religiose in Sudan con particolare attenzione all'educazione, ed esercitare pressioni affinché il Sudan abolisca le leggi sull'apostasia".

http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/05/16/news/sudan-114508543/

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venerdì, maggio 15, 2015

Il Sudan accusa la comunità internazionale di non fornire assistenza tecnica per i diritti umani

Il Ministro della Giustizia sudanese, Mohamed Bushara Dousa, ha severamente criticato la comunità internazionale per non aver fornito assistenza tecnica al suo Governo per adempiere ai suoi obblighi rispetto ai diritti umani. 
Nel mese di settembre del 2014, il Consiglio dei Diritti Umani ha deciso di rinnovare il mandato dell'esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani nella Nazione dell'Africa orientale per continuare il suo impegno con il Governo sudanese per valutare, verificare e riferire sulla situazione dei diritti umani con lo scopo di formulare raccomandazioni sul tema.
Lo scorso giovedi, Dousa ha incontrato l'esperto indipendente Aristide Nononsi che è in Sudan per la prima volta dopo la sua nomina. Il Ministro sudanese gli ha chiesto di incoraggiare la comunità internazionale a fornire assistenza e sviluppo di capacità tecniche per migliorare i diritti umani in Sudan sulla base delle raccomandazioni dell'ex esperto indipendente.
Secondo l'agenzia di stampa ufficiale SUNA, il Ministro della Giustizia ha riconosciuto che il Sudan sta affrontando alcune sfide nel campo dei diritti umani ed ha accusato alcuni Paesi -senza nominarli- di politicizzare le questioni dei diritti umani. 

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giovedì, maggio 14, 2015

Accuse al Governo di strage nel Darfur Orientale

Un leader della tribù dei Ma'alia ha puntato il dito contro alcuni alti funzionari del Governo sudanese e lo ha ritenuto responsabile degli scontri mortali avvenuti questa settimana con la tribù Rezeigat che hanno provocato centinaia di morti da entrambe le parti. La violenza, scoppiata questa settimana, è l'ultima di una serie di conflitti che si sono verificati nel corso degli anni tra le due tribù per una disputa del territorio. Numerose conferenze di riconciliazione e di sforzi di mediazione non sono riusciti a porre fine alla faida di vecchia data inaspritasi, soprattutto, dopo la notizia che la terra contesa conteneva olio. Il capo del Consiglio del Mardas Guma'a Ma'alia Shura ha chiesto l'abolizione dello Stato Orientale del Darfur sottolineando che ciò si tratta di una condizione fondamentale per qualsiasi accordo di pace con il Rezeigat.

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mercoledì, maggio 13, 2015

Gli Stati Uniti condannano le violenze in Sudan

Gli Stati Uniti sono molto preoccupati per le continue lotte nella regione sudanese del Darfur e negli Stati del Kordofan meridionale e del Nilo Azzurro. Le azioni da parte di alcuni gruppi del Governo e dell'opposizione armata sudanese -in particolare a seguito del ritorno di alcuni elementi del Justice and Equality Movement (JEM)- hanno causato gli spostamenti di innumerevoli civili quest'anno ed aggravato la già grave crisi umanitaria.
Attraverso il sito ufficiale del Dipartimento di Stato statunitense, il Governo degli Stati Uniti esorta il Fronte Rivoluzionario del Sudan (SRF), tutti gli altri gruppi armati ed il Governo del Sudan a cessare le ostilità, a rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario -in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili- e garantire la sicurezza tempestiva e il libero accesso per le organizzazioni umanitarie, come richiesto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC).
Una soluzione politica è essenziale per raggiungere una pace sostenibile in Sudan. Sollecita, inoltre, il Governo ed i leader dell'opposizione sudanese a prendere le misure necessarie per assicurare la pace per tutti i sudanesi. Anni di lotta hanno chiarito che non esiste una soluzione militare ai conflitti in Sudan.
Infine, il Governo degli Stati Uniti condanna i recenti attacchi contro la missione ibrida delle Nazioni Unite-Missione dell'Unione Africana in Darfur (UNAMID) a Kass (Stato del Sud Darfur). Il Consiglio di Sicurezza ha chiarito che UNAMID è autorizzata a difendersi dagli attacchi, come è accaduto in alcuni incidenti. 

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martedì, maggio 12, 2015

Esperto sui diritti umani delle Nazioni Unite visita ufficialmente il Sudan dopo un decennio


La Relatrice Speciale delle Nazioni Unite, Rashida Manjoo, visiterà il Sudan dal 13 al 24 maggio 2015 per esaminare la situazione generale sulla violenza contro le donne e le ragazze del Paese e raccoglierà informazioni di prima mano dalle vittime che hanno subito violenze.
Durante la sua visita di tredici giorni, la Relatrice Speciale incontrerà le autorità governative, i rappresentanti della società civile e le altre parti coinvolte nel conflitto a Khartoum, nel Darfur -tra cui El Fasher, Thabit, El Geneina e Nyala- così come nel Nord e nel Sud Kordofan. La signora Rashida Manjoo visiterà anche rifugi, centri di detenzione e campi per sfollati interni, e si incontrerà con le vittime di violenza di genere. «Spero di poter contribuire alle discussioni e agli sforzi in corso nella lotta contro la violenza nel Paese", ha detto.

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lunedì, maggio 11, 2015

L'Etiopia prova a stringere amicizia con il Sudan

Una Delegazione della Diplomazia Pubblica Etiope sta passando una lunga settimana nel vicino Sudan con il fine di rafforzare ed ampliare ulteriormente le relazioni esistenti tra i due Paesi. La delegazione guidata dal Presidente della Camera dei Rappresentante del Popolo del Parlamento Etiope, Abadulla Gemeda, sta tenendo dei colloqui con alti funzionari governativi, la comunità imprenditoriale, i leader religiosi e gli altri membri della società civile in Sudan. Secondo il Ministero degli Affari Esteri Etiope, la delegazione che è arrivata a Khartoum, inoltre, si sta riunendo con dei funzionari governativi e ricercatori per discutere di un importante progetto per la costruzione di una centrale idrica lungo le rive del Nilo Azzurro.

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venerdì, maggio 08, 2015

Human Rights Watch valuta i crimini di guerra da parte del Governo sudanese

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) potrebbe iniziare a considerare gli abusi contro i bambini nel conflitto del Kordofan del Sud come crimini di guerra. Ciò comporterebbe l'imposizione di sanzioni ai responsabili della miserabile sicurezza e situazione umanitaria, secondo quanto riferito da Human Rights Watch (HRW) lo scorso Giovedi.
Il gruppo per i diritti internazionali, che ha studiato l'impatto del conflitto sui bambini, ha sottolineato che gli attacchi del Governo sudanese contro i civili e il rifiuto di accesso agli aiuti umanitari "dovrebbero essere valutati come crimini di guerra".

"Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe verificare i fatti e stabilire un embargo sulle armi nella zona di conflitto. Il Consiglio dovrebbe, inoltre, imporre divieti per viaggiare e il congelamento dei beni nei confronti di persone di entrambe le parti in conflitto che sono, anche, le responsabili per non aver per facilitato la consegna degli aiuti", ha detto HRW nella sua relazione.



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giovedì, maggio 07, 2015

Premio a UNAMID per i progetti attuati in Darfur

La Missione Congiunta dell'Unione Africana e delle Nazioni Unite in Darfur (UNAMID) è stata dichiarata la vincitrice del premio "The Country Winner for Sudan" del 2014 della Fondazione Pan-Africana Saville per l'Imprenditorialità nell'Istruzione. Il premio è stato assegnato per i Progetti dell'UNAMID per le Comunità e per i progetti di Lavoro Intensivo (CLIP) guidati dalla Missione per il Disarmo, la Smobilitazione ed il Reinserimento (DDR) .
Fin dalla sua istituzione, la sezione DDR dell'UNAMID ha implementato con successo 58 progetti  in tutto il Darfur attraverso i partner  locali . Questi progetti hanno beneficiato direttamente oltre 9.000 giovani "a rischio" in 70 comunità. Inoltre, circa 130.000 membri della comunità hanno beneficiato di costruzione di infrastrutture comunitarie come scuole, centri polivalenti e per i giovani, oltre ai progetti agricoli, di sostentamento e di servizi igienico-sanitari.

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mercoledì, maggio 06, 2015

ONU, Sudan e gruppi di soccorso lanciano un appello per maggiori donazioni

Le Nazioni Unite ed il Governo sudanese hanno lanciato un appello congiunto ai donatori per chiedere un supporto di 1,03 miliardi dollari con lo scopo di rispondere alle esigenze umanitarie delle 5,4 milioni di persone distribuite su diverse aree del Sudan Orientale, Darfur, Sud Kordofan, Nilo Azzurro.
La richiesta è stata effettuata il martedì scorso da dei rappresentanti delle Nazioni Unite e di Khartoum insieme a dei partner di agenzie nazionali ed internazionali che operano in Sudan e che hanno aderito al Piano di Risposta Umanitaria in Sudan del 2015 il cui scopo è quello di fornire assistenza a coloro che hanno bisogno nel Paese.

http://www.sudantribune.com/spip.php?article54854

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martedì, maggio 05, 2015

Il Presidente Kiir si è congratulato con al Bashir

La scorsa domenica il Presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, ha inviato un messaggio di congratulazioni al suo omologo sudanese Omar Hassan al-Bashir per aver vinto le recenti elezioni presidenziali nel suo Paese.
In un messaggio di congratulazioni, Kiir a nome del popolo del Sud Sudan ha augurato al Presidente del Sudan, buona salute e successo per il nuovo mandato presidenziale con l'auspicio di garantire la pace e la sicurezza nel continente africano e nel suo Paese.
Il presidente Kiir ha lodato le relazioni diplomatiche tra i due Paesi affermando che si basano su un impegno comune per migliorare le questioni in sospeso.

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lunedì, maggio 04, 2015

Negato viaggio a difensore per i diritti umani

Le forze di opposizione sudanesi "Sudan Call" hanno detto che le autorità hanno impedito -il lunedì scorso- ad un noto attivista per i diritti umani, Amin Madani Mekki, di lasciare il Paese affermando che il divieto di viaggiare, emesso contro di lui nel mese di dicembre, è ancora in vigore.
Madani, che dirige l'alleanza delle Organizzazioni della Società Civile Sudanese, ha trascorso quattro mesi di detenzione con il Presidente dell' opposizione delle Forze del Consenso Nazionale (NCF), Farouk Abu Issa, dopo aver firmato, lo scorso dicembre, l'accordo "Sudan Call" con i ribelli ad Addis Abeba.

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venerdì, maggio 01, 2015

Più poteri alle agenzie di sicurezza: in pericolo i diritti delle persone

La costituzione sudanese sarà modificata per garantire alla National Intelligence e Security Services (NISS) più poteri. All'inizio di quest'anno, i legislatori hanno approvato alcuni emendamenti costituzionali introdotti dal Partito del Congresso Nazionale (NCP) tra cui uno che ha permesso alla NISS di avere un proprio esercito.

La mossa ha provocato un feroce rimprovero dai partiti di opposizione sulla base del fatto che questo emendamento mina il ruolo dell'esercito ed elimina lo scopo dell'agenzia che ha il compito, invece, di raccogliere dati ed e analizzarli.

Il presidente del parlamento sudanese, Al-Fatih Izz al-Din, si è impegnato a varare delle leggi e modificare di nuovo la Costituzione in modo che il NISS possa svolgere i propri compiti al meglio.

"Lavoreremo per modificare la Costituzione per fornire un ombrello legale alle forze di sicurezza in modo da proseguire il loro ruolo a testa alta per difendere il loro Paese", ha detto Izz al-Din durante un evento della NISS a Khartoum.

Ha detto ai funzionari della NISS di ignorare coloro che dicono che l'agenzia sta abusando dei suoi poteri e di svolgere i propri compiti come meglio credono. Il relatore ha anche rivelato che il Parlamento potrà emanare delle leggi per punire i cittadini che dirigono insulti al Sudan presso le sedi internazionali.

"Saranno puniti dalla legge e saranno privati ​​della sepoltura in questo Paese", Izz al-Din ha concluso senza offrire ulteriori dettagli.

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